A scuola, per il bene dei ragazzi, genitori e insegnanti dovrebbero collaborare. E non farsi la guerra. Il ruolo dei docenti è fondamentale per la crescita dei nostri figli. Così come lo è la scuola, dove i bambini fin dall’asilo imparano cose nuove, ma anche a relazionarsi con gli altri, a pensare, a ragionare, a vivere nella società. È un lavoro di grandissima responsabilità e non è facile. Soprattutto quando viene meno la collaborazione delle famiglie.
I nostri figli passano gran parte della loro giornata con gli insegnanti. Per questo il rapporto tra docenti e genitori dovrebbe essere di intesa, pensando solo al bene dei ragazzi. A volte però questa fiducia viene meno e la relazione si fa pericolosa. Ci sono in particolare dei tipi di genitori che ostacolano il lavoro degli insegnanti, che non riescono a rapportarsi con loro per spiegare le motivazioni di alcune scelte. Quando invece il dialogo è fondamentale.
Ci sono molti genitori che non creano problemi agli insegnanti, collaborando, chiedendo, creando un rapporto di rispetto reciproco, per poter permettere al bambino di crescere bene e affrontare il percorso scolastico serenamente. Sono i genitori positivi e costruttivi, i preferiti dagli insegnanti.
Ci sono altri genitori che, invece, danno del filo da torcere a ogni maestra o maestro. Tu ti vedi più nei primi o nei secondi? Scopriamolo insieme.
Tipi di genitori con cui gli insegnanti fanno difficoltà
- Genitori dei bambini ritenuti speciali. Sono quelle mamme e quei papà che credono che i loro figli siano i migliori, i più intelligenti, i più promettenti. E pretendono che gli insegnanti abbiano un trattamento particolare nei loro confronti.
- Genitori di bambini perfetti. Pensano che i loro figli non commettano mai errori e siano sempre gli altri a sbagliare. Sia se si tratta di qualcosa capitato con i compagni, sia se stiamo parlando della decisione presa da una maestra.
- Genitori insegnanti. Sono quelli che pretendono di saperne più della maestra, che non seguono il programma come in classe, che spiegano le cose ai figli con un altro metodo rispetto a quello utilizzato dalla maestra. Insomma, vanno contro la scuola senza se e senza ma.
- Genitori onnipresenti. Sono sempre a scuola o attaccati al telefono per tentare di parlare con gli insegnanti, in ogni momento. E le loro domande non sempre sono così fondamentali da richiedere una presenza costante del docente.
- Genitori assenti. Sono l’esatto opposto degli onnipresenti. Avere un colloquio anche telefonico con loro è impossibile. Non vanno mai alle riunioni. E non si fanno mai vedere nemmeno fuori da scuola.
- Genitori boss. Sono quelli che esigono di comandare anche a scuola, imponendo il proprio modo di fare anche in aula. Sono loro i responsabili dei propri figli e trattano i maestri come dipendenti. O schiavi.
- Genitori con manie di persecuzione. Qualunque cosa decida l’insegnante è perché ha preso in cattiva luce il proprio figlio. Non viene mai in mente loro che forse è il ragazzo a sbagliare. Il cattivo è sempre l’insegnante.
- Genitori critici. Qualunque cosa fanno gli insegnanti è sbagliata a prescindere. Criticano il loro operato di continuo. Anche di fronte agli altri genitori. Ma raramente affrontano di petto i diretti interessati.
- Genitori capogruppo. Sono i protagonisti, sempre pronti a parlare sugli altri, a farsi notare, a farsi conoscere da tutti, a proporre idee nuove.
- Genitori che litigano. Sono i ribelli, che vanno contro ogni regola scolastica e cercano di convincere gli altri, anche con un po’ di forza.
Allora, sei un genitore collaborativo o poco propenso alla collaborazione con il corpo docente.