A volte pensiamo di sapere esattamente come comportarci in determinate situazioni, non pensando che, in realtà, quello che sappiamo è frutto solo di credenze popolari e informazioni non proprio veritiere. Ad esempio, è proprio vero che non bisogna mai svegliare un sonnambulo? Saremmo portati a rispondere che sì, è vero. E non sveglieremmo mai nostro figlio, nostro marito, nostra madre o chiunque altro si metta a camminare per casa nel sonno, perché sappiamo che sarebbe pericoloso. Ma gli esperti cosa dicono?
Tutti siamo portati a credere che un sonnambulo va sempre assecondato e non deve essere svegliato. E secondo gli esperti è proprio così: non dobbiamo svegliarlo scuotendolo o chiamandolo, ma dobbiamo parlargli con dolcezza per convincerlo che è ora di tornare a dormire. Svegliandolo all’improvviso potremmo spaventare la persona che cammina e parla nel sonno, arrivando a scatenare anche reazioni violenti di cui non si rende assolutamente conto, perché il cervello è completamente dissociato.
I sonnambuli, infatti, sembrano svegli, perché parlano, si muovono, camminano, ma in realtà non sanno dove sono, chi sono e potrebbero avere problemi di memoria non capendo chi hanno di fronte. Il naturale meccanismo di difesa di ogni essere umano li porta quindi ad agire d’istinto: magari fanno cose che da svegli è normale fare, come caricare la lavastoviglie o anche mettersi alla guida di mezzi, ma lo fanno in uno stato che non è di veglia, quindi potenzialmente pericoloso.
Il sonnambulismo è molto frequente tra i bambini (più frequente nei bambini tra 4 e 8 anni ma con un picco a 12 anni,) e anche tra gli adulti. In entrambi i casi è bene cercare di mettere in sicurezza la stanza e la casa, per evitare spiacevoli conseguenze per la loro salute e la loro incolumità, ma anche la nostra. E bisogna parlarne con un medico: ma mai svegliare un sonnambulo, perché non sappiamo come potrebbe reagire o come prendere quella violazione del suo stato di semi veglia.