Sentiamo spesso parlare di età biologica ed età cronologica, ma ne conosciamo davvero la differenza? In questo articolo spieghiamo la differenza tra questi due termini che servono a conteggiare gli anni, anche se in modo diverso. Scopriamo insieme le differenze.
Differenze tra età biologica e età cronologica
Come detto, quando parliamo di età biologica ed età cronologica parliamo di due diversi modi di riferirsi agli anni. Non si tratta di due sinonimi, bensì di due diversi modi di parlare di “età” di un essere umano.
Con il termine età cronologica si indica la quantità di anni di vita di una persona. In pratica si parla dell’età vera, quella che si indica con gli anni, i mesi e i giorni di vita di una persona. In altre parole, i nostri veri anni contati dal giorno di nascita. Un numero preciso che non è influenzato dal nostro stile di vita, dalla salute del nostro organismo e dalle nostre abitudini (salutari o sbagliate che siano).
È l’età biologica quella che invece si riferisce al nostro “stile di vita”, alla salute dei nostri organi e del nostro organismo. Avete presente la classica frase “sembri più giovane“? Ecco, questa frase chiarisce bene la differenza tra età cronologica ed età biologica.
Questa differenza si basa sul fatto che non tutti invecchiano allo stesso modo. Le nostre abitudini più o meno salutari, infatti, determinano in maniera decisa la differenza tra la nostra vera età, quella cronologica, e l’età del nostro organismo, quella appunto biologica.
Distinguere tra età cronologica e biologica
Come detto, gli esseri umani hanno due differenti modi per invecchiare. C’è l’età cronologica che indica la nostra vera età, quella che val giorno in cui siamo nati ad oggi. Oltre a questa, c’è anche l’età che dimostriamo, a dimostrazione del fatto che spesso le persone sembrano più meno vecchie dell’età che hanno.
Questa è l’età biologica, conosciuta anche con il nome età fisiologica. Un’età che come detto si basa sul nostro stile di vita, fatto di buone e cattive abitudini. L’età biologica viene dunque influenzata da alcuni fattori esterni, come ad esempio l’alimentazione, l’attività fisica, la quantità di sonno, ma anche lo stress, il fumo e tutto ciò che sappiamo bene farci male.
Per molto tempo si è creduto che l’invecchiamento fosse al di fuori del nostro controllo. La scienza però ha dimostrato che il modo in cui scegliamo di vivere gioca un ruolo fondamentale nel processo di invecchiamento. Le abitudini come un’alimentazione sbagliata, il fumo, l’alcool o una vita troppo stressante possono influenzare molto il nostro invecchiamento.
Tanti gerontologici infatti sono convinti che l’età cronologica sia un numero incompleto per stabilire la vera età di una persona o meglio il giusto grado di invecchiamento dei nostri organi e del nostro organismo in generale.
Come viene determinata l’età biologica
Come facciamo quindi per stabilire la nostra età cronologica? Nel processo di invecchiamento dell’organismo, sono due i fattori che hanno un ruolo fondamentale: i telomeri e la metilazione del DNA.
Quando parliamo di telomeri, parliamo dei nucleotidi che si trovano alle estremità dei cromosomi. La funzione di questi nucleotidi è quella di impedire al cromosoma di deteriorarsi all’estremità, con la conseguenza di fondersi con i cromosomi vicini.
In pratica i telomeri sono fondamentali nel processo di invecchiamento (e quindi di morte) delle cellule. La scienza ha dimostrato che più alta è l’età biologica di un individuo, più piccoli sono i telomeri. Gli scienziati hanno scoperto che coloro che hanno dei telomeri più brevi hanno più possibilità di sviluppare malattie degenerative e di morire in età precoce.
La buona notizia è che la scienza ha anche dimostrato che avere buone abitudini di vita serve ad allungare i telomeri e dunque a rallentare il processo di invecchiamento del nostro organismo. Come detto però anche la metilazione del DNA gioca un ruolo fondamentale nel processo di invecchiamento e dunque per l’età biologica.
Le cellule del nostro organismo utilizzano la metilazione del DNA per monitorare e controllare l’espressione genica e dunque grazie a questo processo disattivano i geni. Al momento la scienza non è ancora riuscita a capire quale sia il vero ruolo della metilazione, ma ciò che è certo è che sia fondamentale per lo sviluppo embrionale e per la stabilità cromosomica.
Studiando la metilazione del DNA, gli scienziati hanno scoperto che alcune parti del nostro corpo invecchiano più velocemente di altre. Un esempio è il tessuto mammario che è uno dei più antichi del nostro corpo.
La crescita dei bambini e la loro maturazione
Quando parliamo di crescita biologica giocano un ruolo fondamentale alcuni processi fisiologici e cambiamenti che hanno origine durante la nostra infanzia, soprattutto durante il periodo di adolescenza.
Quando ad esempio le ossa lunghe crescono in maniera diversa dall’allungamento muscolare, può verificarsi l’interruzione della struttura, come anche la struttura neuromuscolare di conseguenza le prestazioni fisiche.
In base a questo, tutti i professionisti che lavorano con i ragazzi in età adolescenziale, devono avere ben chiari tutti i cambiamenti che si verificano nel corpo di un ragazzo in base ai suoi anni. Solo così infatti riusciranno a prevenire le lesioni, andando quindi a attuare una programmazione di forza e condizionamento il più possibile sicura.
Bambini precoci
Infine parliamo di bambini precoci o in ritardo nella crescita, due caratteristiche che se non affrontate nel mondo giusto, possono causare problemi di tipo emotivo nella vita di un bambino. Gli studiosi hanno infatti dimostrato che la precocità o il ritardo della crescita di un bambino influenza il nostro modo di rapportarci a loro e di conseguenza il loro approccio alla vita.
Prendiamo ad esempio il caso di bambini precoci. La maggior parte delle volte, un bambino precoce ha caratteristiche da leader ed è molto propenso ad ottenere grandissimi risultati sportivi, soprattutto in età adolescenziale.
Tutto questo provoca una maggiore autostima nel bambino e anche delle diverse aspettative che si creano attorno a lui. Esiste infatti l’abitudine a far nascere attorno a questi ragazzi delle grande aspettative, prospettando loro un futuro roseo.
Il problema più grande è che questi ragazzi non vengono mai accompagnati durante la loro crescita precoce. Capita quindi che crescendo i meriti e i successi vengano meno, senza che questi ragazzi siano pronti ad affrontare un cambiamento così radicale delle loro aspettative.
Succede l’esatto contrario per i bambini che invece hanno una crescita ritardata. Questi bambini infatti durante l’infanzia e durante il periodo adolescenziale vengono spesso esclusi. Vivono in ombra gli anni di scuola, soprattutto a causa del fatto che spesso nessuno li considera nelle selezioni sportive.
Con il tempo questo disagio può trasformarsi in una vera e propria patologia psicologica e il loro senso di esclusione può influenzare, in senso negativo ovviamente, gli adulti che saranno. Questi ragazzi infatti crescono vivendo moltissime situazioni avverse.
Vengono trattati in maniera diversa dagli altri, soprattutto per quanto riguarda le sollecitazioni che ricevono, sia in famiglia che negli ambienti scolastici. A proposito di questo, ecco come prevenire e affrontare il Cyberbullismo.
Cosa significa tutto questo? Significa che non sempre la precocità debba essere considerata come un aspetto positivo. La cosa più importante è infatti riuscire a gestire bene la crescita di un bambino, anche dal punto di vista psicologico. In questo noi genitori svolgiamo un ruolo attivo, soprattutto per quanto riguarda gli stimoli e le aspettative che troppo spesso creiamo intorno ai nostri figli. A proposito di questo, ecco alcuni consigli per vincere la timidezza infantile.