Aveva solo quarantacinque anni Natasha Richardson quando morì. Attrice affascinante nonché moglie di Liam Neeson, quell’evento ha cambiato la vita di molte persone. Tutti conosciamo Neeson, uno degli attori più bravi di fama internazionale, ma pochi sanno com’è nel provato.
Dopo più di dieci anni da quel tragico lutto, Liam Neeson si racconta e mette in luce gli aspetti drammatici della sua vita e di quella dei suoi figli dopo aver perso la mamma. Natasha stava sciando, era partita con uno dei suoi figli. Era una giornata come un’altra quando all’improvviso cadde. Sul momento sembrava una caduta come un’altra, lei stessa si rialzò senza troppo difficoltà. Ma qualche ora dopo, tornata in albergo, cominciò ad avere emicranie fortissime.
Immediatamente venne trasportata in ospedale e il marito, che era sul set di un film, la raggiunse subito. Trovò la moglie in terapia intensiva, morte cerebrale dissero i medici. Per lei non c’era più nulla da fare. Sopraffatto dalla disperazione, Liam Neeson appena vide la moglie con tutti quei tubi attaccati comunicò la sua volontà di staccare la spina, così come desiderava la moglie.
I due avevano due figli, all’epoca di 12 e 13 anni. Erano alle porte dell’adolescenza e la morte della madre è stata un colpo durissimo per loro. Il più grande si rifugiò per molto tempo in alcool e droghe, per esorcizzare il dolore. Ma non poteva continuare così. Venne mandato in un centro di riabilitazione per disintossicarsi.
Il padre ha sempre cercato di essere presente per i figli, per l’amore e la gratitudine verso una donna che ha sempre portato gioia nelle loro vita. “I miei ragazzi sono adolescenti. Stanno sperimentando. Stanno flettendo i muscoli e a volte percorrono strade pericolose, e tu pensi, ‘Accidenti. Se Tasha fosse qui, potrei condividere questa situazione con qualcuno'”. Liam Neeson non ha mai nascosto le difficoltà di essere un padre single.
Ma quest’uomo ha dimostrato una forza incredibile e oggi rappresenta per i suoi figli un esempio di padre amorevole.