Insegnare ai propri bambini a non buttare il cibo è un’abitudine molto importante e purtroppo sottovalutata. In Italia sono poche le famiglie che conservano gli avanzi e si impegnano a buttare il meno cibo possibile.
Ad esempio, sapete che ogni anno finiscono nelle discariche più di 200.000 tonnellate di cibo invenduto? Questo accade perché gli alimenti non hanno magari un bell’aspetto (che però non ne pregiudica la bontà), oppure perché sono vicini alla data di scadenza. Che ricordiamo non è mai tassativa.
Uno dei luoghi in cui in assoluto si spreca ogni giorno tanto cibo sono proprio le mense scolastiche. Si tratta di un comportamento davvero intollerabile soprattutto se si pensa a coloro che non possono permettersi nemmeno un tozzo di pane al giorno.
E proprio questo è un ottimo punto di partenza per far capire ai bambini che il cibo non dovrebbe essere mai buttato. È verissimo, sensibilizzarli alla povertà dei tanti paesi nel mondo non è mai troppo semplice. Ma a volte, come genitori, ci dimentichiamo di un’altra cosa molto importante: il buon esempio.
L’abitudine di sprecare e di buttare del cibo perfettamente commestibile è profondamente radicata nella società consumistica in cui viviamo. Nei paesi più sviluppati si produce molto di più di quello che si consuma e si butta ciò che non ci serve.
Inoltre la nostra generazione non ha vissuto guerre o carestie e non ha provato sulla propria pelle la fame. Quindi non sa cosa significa non avere niente da mettere sotto i denti. Per rimediare all’inutile e dannoso spreco di cibo, l’unica cosa da fare è educare le prossime generazioni.
Con la speranza che in futuro le cose possano solamente migliorare.
Una brutta abitudine da estirpare
In Italia esiste la legge 155/2003 (del Buon Samaritano) che permette la distribuzione di cibo non venduto agli Enti Caritatevoli che si occupano di coloro che non hanno praticamente niente. Tuttavia siamo ben lontani dal risolvere un grave problema sociale che ha come protagonista lo spreco del cibo.
Ma quali sono i motivi per cui si finisce per buttare via gli alimenti ancora buoni?
- Pasti non consumati
- Alimenti vicini alla data di scadenza
- Fuori calibro
- Leggermente danneggiati ma ancora assolutamente buoni
- Confezioni non idonee o danneggiate
Inoltre non si può nemmeno sottovalutare la drammatica situazione economica che sta attualmente vivendo il nostro Paese, in cui il tasso di povertà è pericolosamente salito. Una buona idea per educare i figli piccoli al valore degli alimenti può essere trovata nella figura dei nonni.
Nel caso in cui siano molto anziani potrebbero aver vissuto delle difficoltà. E aver sofferto anche la fame. Fateci caso, nelle case delle persone anziane non si butta mai via niente. E questo si riallaccia a ciò che abbiamo scritto nel paragrafo precedente.
La nostra generazione difficilmente sa cosa significa non avere niente da mettere in tavola. I nonni potrebbero quindi raccontare o spiegare ai bambini delle difficoltà che hanno conosciuto nella loro vita.
Non bisogna per forza traumatizzarli, l’importante è far capire loro quanto siano fortunati ad avere sempre qualcosa da mangiare. Oppure si potrebbe coinvolgerli nella scelta dei menù o nell’acquisto degli alimenti.
A proposito di menù, stabilire qualche giorno prima un programma alimentare da seguire, non solo vi eviterà di dover preparare all’ultimo minuto il pranzo o la cena. Ma vi eviterà di comprare cosa che poi butterete.
Inoltre sappiate che gli esperti consigliano di educare i bambini a una giusta alimentazione già dal momento dello svezzamento. Per quanto difficile è opportuno che i bambini piccoli mangino allo stesso orario del resto della famiglia.
In questo modo il pranzo e la cena diventano un momento molto importante e di condivisione familiare.
Buone abitudini a tavola
Insegnare ai bambini a non buttare il cibo è fondamentale per evitare che crescendo lo facciano anche loro. Lo spreco di cibo è intollerabile, soprattutto per due motivi ben precisi. Il primo riguarda i meno fortunati, ovvero tutte quelle persone che ogni giorno lottano per potersi nutrire. E il secondo riguarda anche lo spreco di soldi.
Comprare solo il cibo che ci serve e che abbiamo intenzione di mangiare ci permette di risparmiare molto denaro. Tuttavia quando si tratta di bambini non è mai facile e questo perché sanno essere molto selettivi e vittime di pregiudizi.
È molto difficile infatti trovare un bambino che voglia mangiare sempre tutto ciò che gli viene preparato. La maggior parte dei bimbi inappetenti evita di mangiare non perché non gli piaccia ciò che c’è in tavola, ma perché si rifiuta anche solo di assaggiarlo.
Per ovviare a questo problema si potrebbe giocare al gioco dell’assaggio. In cui si invita il bambino ad assaggiare, almeno una volta, un boccone di ciò che è stato preparato. Nella maggior parte dei casi, l’operazione va a buon fine e il piccolo scettico finisce tutto ciò che ha nel piatto.
Inoltre non si dovrebbe mai sottovalutare l’importanza di far mangiare i bambini insieme ad altri bambini. Il momento del pasto all’asilo non promuove solo l’obiettivo di nutrire i bambini. Ma porta con sé tantissimi altri benefici. La maggior parte dei bambini inappetenti, imitando il comportamento degli altri bambini, nel giro di qualche settimana inizia a mangiare ciò che prima si era sempre rifiutato anche solo di assaggiare.
Il riciclo creativo: un’arte da insegnare
Riciclare gli avanzi di cibo che andrebbero buttati e una buona abitudine che tutti dovremmo portare avanti. Non bisogna essere degli chef per imparare a riutilizzare determinati ingredienti in altre pietanze da riproporre nel pasto successivo.
Inoltre con l’avvento della tecnologia e di internet si può facilmente compensare alla mancanza di fantasia. Da non sottovalutare neanche la presenza di un grandissimo alleato in cucina: il congelatore. Se siete propensi a cucinare in grandi quantità potete sempre porzionare e congelare ciò che avete preparato in eccesso.
Ad esempio sughi per la pasta, che poi potrete mangiare il giorno in cui non avete idee o siete particolarmente di fretta. A questo scopo, potrebbe essere utile acquistare un piccolo congelatore a pozzetto.
Ai bambini dovremmo insegnare che ciò che non si finisce di mangiare può essere riutilizzato in altre ricette. La carne avanzata può essere utilizzata per fare delle gustose polpette. Il pane può diventare pangrattato, le verdure possono essere ripreparate in modo diverso.
Insomma, i modi per imparare a riciclare il cibo non mancano, inoltre si potrebbe coinvolgere i bambini anche nella preparazione delle pietanze, stabilendo le varie attività in base all’età e alle competenze.
Come dicevamo prima può essere utile coinvolgerli anche nel momento dell’acquisto. Ricordatevi ( e questo vale anche per gli adulti) di andare a fare la spesa a pancia piena. La fame infatti potrebbe convincervi a comprare ciò che poi butterete solo per gola o ingordigia.
Per educare alla limitazione degli sprechi può essere molto utile insegnare ai bambini che ciò che non si è finito di mangiare per pranzo può essere riproposto anche a cena. Si consiglia di non esagerare e di non traumatizzare troppo i bambini. Un’educazione troppo esagerata potrebbe portare alla comparsa di traumi alimentari che il bambino si porterà dietro anche da adulto.
Può essere utile anche spiegare al bambino che non si dovrebbe mai essere ingordi e riempire troppo il piatto. Si può richiedere una seconda o terza porzione in un secondo momento, quando nel piatto non è rimasto più niente.
Da parte nostra dovremmo ricordarci sempre che un bambino non mangia le stesse quantità dell’adulto e che quindi non dovremmo mai riempire troppo il piatto con la speranza che finiscano tutto.
Concludiamo quindi questa guida che vi servirà a insegnare ai vostri bambini a non sprecare il cibo con un ultimo consiglio. Per poter riutilizzare gli avanzi è necessario imparare a come conservarli correttamente. Utilizzate sempre contenitori idonei e consumateli nel giro di pochi giorni.