Sei in dolce attesa e vuoi sapere tutto ciò che c’è da sapere sull’ecografia morfologica? Allora sei arrivata nel posto giusto! Anche se ultimamente si è un po’ diffusa la tendenza ad esagerare, secondo quanto previsto dal protocollo SSN sono tre le ecografie da fare durante la gravidanza.
Ovviamente ogni gravidanza ha una storia unica e anche in questo caso saranno i medici a dirvi quante ecografie (minimo) fare. Tra le tre richieste dal protocollo, c’è proprio l’ecografia morfologica che, come il nome suggerisce, aiuta a capire la morfologia del feto e di conseguenza le possibili malformazioni.
Si tratta dunque dell’ecografia più importante e anche di quella più attesa dai genitori. Vediamo insieme tutto ciò che c’è da sapere su questo particolare tipo di ecografia.
Quante ecografie si fanno in gravidanza
Come detto, il protocollo SSN indica con tre il numero di ecografie da fare prima del parto. La prima ecografia in genere viene effettuata nel primo trimestre ed in particolare dopo l’ottava settimana. Quest’ecografia è molto importante per capire il numero dei feti e dunque un eventuale gravidanza gemellare. Serve anche per stabilire con esattezza il periodo di gestazione.
La seconda ecografia, quella morfologica, invece serve per monitorare e osservare la crescita del feto e lo sviluppo degli organi vitali. Serve anche per capire se il futuro bambino sarà maschio o femmina.
Con la terza ed ultima ecografia si monitora la crescita del feto, relazionando i dati e i parametri ottenuti da quella morfologica. Grazie a questi dati, si può stabilire il peso indicativo del feto. Delle tre ecografie appena descritte, è proprio quella morfologica la più importante e in linea generale più attesa dai genitori.
Questo perché è tramite questo esame che si possono individuare gli eventuali problemi del futuro bambino, ovvero le malformazioni e gli eventuali ritardi della crescita. Ma anche perché è attraverso questa ecografia che si scopre se il bambino sarà maschio o femmina. A proposito di questo, sapete se è possibile decidere il sesso del bambino prima del concepimento?
L’ecografia morfologica: quando si fa e cosa si può vedere
Trattandosi di un’ecografia così importante, è importantissimo attendere il giusto tempo prima di effettuarla. Non bisogna anticipare l’esame, proprio perché per confrontare i vari parametri si fa riferimento ad un feto che ha venti settimane di vita.
L’ecografia morfologica, infatti, si esegue tra la diciannovesima e ventiduesima settimana di gravidanza. Tramite questo esame si misura la crescita del feto e si cercano di individuare le eventuali malformazioni presenti.
È importante fare una distinzione tra l’ecografia morfologica e gli esami Bi-Test e Tri-Test. La morfologica non è un esame capace di individuare le anomali genetiche e cromosomiche del feto, come invece fanno gli altri due test.
Con questo tipo di ecografia si pone una particolare attenzione al cervello, al cuore e la tubo neutrale. Per quanto riguarda il cervello, si esamina il diametro del cervelletto e del biparietale, oltre alla circonferenza cefalica e alle strutture della fossa cranica posteriore.
Del cuore si esaminano gli atri e i ventricoli. Non solo, perché grazie a questo esame è possibile stabilire la circonferenza dell’addome del futuro nascituro, la funzionalità delle vie urinarie e dello stomaco.
Non è finita qui. Con questo esame si misura anche la quantità di liquidi amniotico, per stabilire se è sufficiente. Si monitora lo sviluppo delle ossa degli arti e della placenta, controllando la circolazione materno-fetale.
Ecco quindi che tramite questo esame si può valutare la corretta crescita e il giusto sviluppo del feto. Esiste la possibilità che durante questo esame alcuni parametri risultino non valutabili. Succede spesso quanto la mamma ha problemi di obesità. In casi come questi lo specialista chiede ulteriori indagini ed esami in grado di valutare i parametri meno chiari.
Ecografia morfologica è utile
A cosa serve, quindi, l’ecografia morfologica? Tramite il monitoraggio dello sviluppo del feto si riescono ad escludere eventuali malformazioni e anomalie nella crescita del futuro nascituro. Analizzando il torace, ad esempio, possiamo valutare l’esatta posizione del cuore e anche l’assenza di malformazione cistica del polmone.
Per assicurarsi che vada tutto bene, devono essere visibili i due atri e ventricoli e anche i due assi. Si osservano stomaco, colecisti, reni, vescica e fegato, nonché la chiusura (fatta eccezione per il cordone ombelicale) della parete addominale.
Analizzando il volto si può invece escludere la presenza di labbro leporino, osservare le cavità orbitarie e in casi particolari anche le gemme dentarie. Con l’ecografia morfologica si misura la lunghezza del femore e dell’omero, nonché i diametri dello scheletro della testa.
Devono essere monitorati anche le gambe e le cosce, nonché braccia e avambracci. Si misurano i due segmenti di mani e piedi, mentre non è ancora possibile contare le dita. Come detto è importante monitorare anche la placenta e valutarne la posizione esatta, oltre alla quantità di liquido amniotico.
In ultimo è importante studiare la sezione trasversale e longitudinale della colonna vertebrale, al fine di poter effettuare la diagnosi di spina bifida.
Ecografia in 2d, 3d e 4d
Parliamo adesso delle ecografie in 2d, 3d e 4d. Innanzitutto, sapete perché si chiama ecografia? Il nome deriva dal fatto che per avere delle immagini bidimensionali dell’anatomia del feto, si usano delle onde sonore ad alta frequenza.
Tramite queste onde si possono riprodurre delle immagini del feto e degli organi del feto. Per effettuare l’esame si utilizza una sonda ad ultrasuoni. Questa sonda può essere appoggiata sulla pancia della mamma o, nel caso dell’ecografia transvaginale, può essere inserita per via vaginale. Si utilizza uno strato di gel conduttivo per far sì che le onde della sonda riescano a passare senza problemi attraverso i vari tessuti.
A seconda dei tessuti che le onde andranno ad incontrare, verranno emessi riflessi diversi. Ma come fanno a comparire le immagini dall’ecografia? Grazie alla forza delle onde riflesse, ovvero alla quantità di tempo che queste onde impiegano a tornare indietro
Analizzando la forza delle onde riflesse, si possono interpretare le varie informazioni che, grazie all’utilizzo di tecnologici software, vengono trasformati in immagini. Come detto al giorno d’oggi le ecografie non sono solo in 2d, ma anche in 3d e addirittura in 4d.
La classica ecografia che tutti conosciamo è quella bidimensionale, il cui risultato sono immagini in bianco e nero del feto. Come detto, è alla ventesima settimana di gravidanza che si ha il momento migliore per avere le immagini più importanti.
Questo perché il bambino può essere “fotografato” per intero grazie proprio all’ecografia morfologica. Con i tempi che corrono e con la tecnologia che avanza, ad oggi è possibile realizzare anche immagini tridimensionali o in 4d del feto.
Si capisce facilmente che con l’ecografia in 3d si avrà come risultato un’immagine del futuro nascituro in tre dimensioni. Quasi come se fosse una foto normale, che dunque permette di osservare il feto anche in profondità.
Alla tridimensionalità dell’ecografie in 3d si aggiunge poi una quarta dimensione quando si fa un’ecografia in 4d. Il risultato di questo esame permette infatti di vedere il futuro nascituro in movimento. Tramite quest’ecografia si può quindi osservare l’interno del pancione nella totalità.
Molto spesso i genitori, utilizzando questa particolare ecografia, riescono ad ottenere dei “ricordi” da conservare. C’è chi vede il proprio bambino che fa una smorfia, chi lo vede succhiarsi un dito o chi addirittura lo vede sbadigliare. A proposito di questo, sapete se i bambini hanno il singhiozzo nella pancia?
È importante ricordare che anche se spesso vedere una “foto” in bianco e nero e bidimensionale del feto può essere deludente, è tramite l’ecografia in 2d che si hanno le informazioni più importanti.