Sei madre di una ragazza che vuole uscire e non sai cosa fare con tua figlia che inizia a uscire con le amiche?
Le prime parole, togliere il pannolino, i primi passi, la scuola. Ogni momento di crescita dei bambini è strettamente connesso ad una progressiva ricerca di autonomia e indipendenza. Lo sviluppo dell’essere umano è fatto di tante fasi differenti e ognuna di esse porta con sé dubbi e domande. Le risposte però sono poche. Più i bimbi crescono, più le paure diventano grandi.
Se hai una figlia adolescente dovrai affrontare un mondo nuovo, fino all’arrivo di quella fatidica richiesta: “Posso uscire da sola con le mie amiche?”
Capiamo il terrore iniziale, ma stai tranquilla perchè questo momento arriva per tutti i genitori con figli intorno ai dodici o tredici anni.
Non puoi frenare questo bisogno di indipendenza, sarebbe un errore. Il tuo compito è quello di agevolare la fase di distacco dall’infanzia all’adolescenza. Una pizza in compagnia, una festa a casa, un film al cinema o una passeggiata al centro per mangiare un gelato o bere una coca facendo due chiacchiere. È semplicemente la vita.
Mamma posso uscire con le amiche?
1 – Rispondere sì ma con limiti: la ragazza non ha ancora l’età per fare quel che vuole e quindi devi mettere dei paletti come ad esempio gli orari, i luoghi di “recupero” e i giorni in cui può uscire.
2 – Essere certa delle sue reali intenzioni: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. O per lo meno è necessaria una certa quantità di controllo per assicurarsi che la ragazza non cada in situazioni pericolose.
3 – Spiegare e parlare, mai vietare e basta: una ragazza di tredici anni ha bisogno di capire che cosa è sbagliato e che cosa tu non vorresti mai che facesse.
4 – Il dialogo è essenziale: a tredici anni bisogna parlare tanto con i propri figli, soprattutto quando siete tutti insieme con papà e fratelli.
Parlare in modo libero in famiglia, è un modo sicuro per farle conoscere i risultati di determinati comportamenti a rischio.
A tredici anni una ragazza ha bisogno di essere autonoma e non è assolutamente giusto porre ostacoli a tale esigenza. Ecco dunque che trovare insieme un equilibrio e un modo per assecondare la crescente voglia di indipendenza è l’unico modo per farla crescere bene in un ambiente sereno e protetto.
Non possono esistere regole fisse, tutto deve essere soggetto a contestualizzazioni e la disciplina non sempre coincide con l’educazione. L’importante è che prevalga sempre il buon senso e il rispetto in famiglia.
I conflitti tra mamma e figlia
Oggi si presta molta più attenzione alle esigenze dei figli rispetto al passato. I conflitti generazionali evidenziano la necessità di riprogrammare in qualche modo la relazione madre figlia secondo nuovi equilibri dettati dall’età raggiunta dalla ragazza.
Spesso ci si chiede se questo scontro sia proprio necessario. Solitamente le litigate peggiori sono quelle tra le figlie e la mamma, infatti gli adolescenti vivono la figura paterna in modo nettamente meno conflittuale rispetto all’equilibrio che si sviluppa con la figura materna. Le ragazze ‘sentono’ la relazione con la madre come un qualcosa di ingombrante e colma di difficoltà, una sorta di impedimento all’autonomia. Con la mamma infatti c’è da sempre una più forte dipendenza affettiva, la madre ancora le figlie a quel passato, un mondo in cui tutto esisteva solo in funzione della mamma e delle sue cure.
La madre ha da sempre un ruolo ambivalente: è la figura che per eccellenza infonde sicurezza e allo stesso tempo crea dipendenza. Tutto questo è vero per i figli maschi e femmine, ma le figlie questa sensazione è ancora più forte per l’identità di genere che rende un rapporto tra mamma e figlia molto più intenso e intimo.
Si rovina quindi un contrasto contro la figura autoritaria per eccellenza che vuole contenere la sua crescita e quindi la sua femminilità. La ragazza esercita ad intermittenza quindi sentimenti come ad esempio la svalutazione delle sue opinioni, invidia verso la bellezza della madre, disprezzo per i suoi valori: tutto questo avviene con la sola ragione di ferire la madre in un naturale processo di crescita.
È importante che ciò avvenga in modo più o meno definito al fine di abbassare le aspettative verso una figura idealizzata e irraggiungibile.