Intraprendere un percorso di trasformazione di genere comporta tutta una serie di situazioni che ne conseguono che devono essere affrontate. Tra queste vi sono le competizioni sportive. Johana Trujillo è una donna transgender che ha partecipato a una gara femminile vincendola, ma è stata squalificata perché ritenuta non meritevole della medaglia.
La problematica sollevata da Johana deve essere sicuramente risolta. Come devono essere considerati i transgender nelle competizioni sportive? La diatriba nasce dal fatto che biologicamente uomini e donne hanno una forza fisica diversa. Così Johana è oggi una donna ma in realtà è nata uomo, quindi la sua prestanza fisica non è paragonabile a quella delle altre atlete secondo alcuni.
Johana ha partecipato a una gara podistica femminile organizzata dall’Università de los Andes a Tàchira, in Venezuela. L’atleta si è qualificata al primo posto della competizione quindi vincendo di fatto la gara. Ma l’organizzazione ha ritenuto giusto squalificarla perché la sua condizione non era al pari delle altre partecipanti.
L’atleta però si è ribellata a questa decisione e ritiene di essere stata discriminata. Johana considera ingiusta la squalifica perché non avrebbero dovuta farla partecipare completamente. Ma nel momento in cui l’hanno fatta gareggiare aveva le stesse possibilità di tutte le altre.
“Mentre alcuni dormono e fanno danni, io faccio sport , quindi non è giusto che mi affondino a causa della mia condizione sessuale , merito rispetto, sono una donna coraggiosa, sono una donna che ha valori e principi, che respira come qualsiasi essere umano . Non è giusto che mi sono alzato presto oggi per vincere e mi fanno passare un momento difficile perché ho avuto un momento difficile”, ha dichiarato Johana.
La polemica sulla discriminazione e la difesa dei diritti LGTBIQ+
Le organizzazioni che difendono i diritti LGTBIQ+ sostengono fortemente la posizione di Johana. Ritengono che non ci siano i presupposti per squalificarla soprattutto a gara ultimata. Sicuramente questo aspetto deve essere trattato e risolto perché lei si è ribellata al trattamento subito, ma ci saranno tanti altre atleti che si vedono le porte chiuse in faccia per lo stesso motivo.
Anche sul web si è aperto un dibattito. C’è chi ritiene giusta la squalifica, anche se avrebbero dovuto non farla gareggiare dalla partenza e non toglierle la medaglia una volta vinta. C’è chi invece pensa che nel momento in cui si è completato il passaggio di genere anche i trans hanno gli stessi diritti del loro genere di appartenenza.
E voi che ne pensate?