Sentiamo tanto parlare dei famosi “terrbile two”, quella fase di età che va dai 18 mesi ai 3 anni dove i bambini assumono dei comportamenti mai visti prima di quel momento. E i genitori pensano, erroneamente, che superato quel periodo, tutto andrà meglio. E invece non sanno che i bambin a tre anni sembrano dei mini adolecenti a tutti gli effetti. Scopriamo perché.
Se a quell’età il bambino è sicuramente più autonomo nelle attività, nel gioco e nell’attenzione da dedicargli, ciò non significa che sia tutta una discesa la sua gestione. All’improvviso attraversano una nuova fase dove tutto viene rivalutato.
Secondo la psicologa dello sviluppo infantile Ashley Soderlund sono 6 i motivi per cui i bambini di tre anni aprono le porte all’adolescenza.
1.Consapevolezza
I bambini di tre anni cominciano ad avere consapevolezza del proprio Io. Devono fare tutto da soli e se si prova ad aiutarli si risentono e si offendono dell’aiuto offerto. Loro sono in grado di fare da soli.
2. Gestione delle emozioni
A tre anni conoscono sicuramente le emozioni che provano e possono pure spiegarle a parole, ma ancora non sono nelle condizioni di gestirle in maniera equilibrata. Così passeranno da una gioia incontrollata a una rabbia smisurata. Tutto nella norma.
3. Ribellione
Avendo consapevolezza della propria persona, loro sono convinti di poter decidere per se stessi. Qui subentra la ribellione a ciò che dicono i genitori. Devono essere loro a decidere.
4. Trovano la soluzione al problema
A tre anni ancora non hanno ben metabolizzato che ogni azione ha una conseguenza. Così per loro risolvere un problema o un conflitto si riconduce a qualcosa di istintivo, come un bacio dopo una lite o un colpo in un momento di tensione. Per loro l’istinto comanda, così come dei piccoli adolescenti.
5. Empatizzano verso il prossimo
Ed è proprio a tre anni che i bambini cominciano a socializzare veramente e a coltivare le prime reali amicizie. Di conseguenza saranno sensibili ed empatici verso coloro che sono in difficoltà e cominceranno a capire dei momenti di disagio o di imbarazzo.
6. Condivisione
Se fino a quel momento la parola “mio” l’ha fatta da padrona, piano piano capiranno che dovranno vivere in una società con altre persone e dovranno imparare a condividere le loro cose con altri bambini, o semplicemente a svolgere delle attività insieme.
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