I genitori non riescono mai a capire l’utilità dei capricci dei bambini. Quando i loro figli iniziano a piangere in maniera disperata, urlando per la rabbia, senza star ad ascoltare mamma e papà che tentano di calmarli, i genitori vanno in black out. Pensano che i loro adorati cuccioli siano lì pronti a sfidarli. O siano solo in cerca di attenzione. Ma i capricci dei bambini, nella loro crescita, rappresentano molto di più. E il modo con cui i genitori reagiscono determinerà chi saranno i figli da grande, emotivamente parlando.
Ogni bambino nasce e cresce con un carattere e con una personalità che non possono reggere confronti e paragoni con altri coetanei o con fratelli e sorelle più grandi. Ognuno di noi è unico e speciale. E lo dimostra fin dalla più tenera età. Mamma e papà dovrebbero accettare tutto questo, anche se a volte è difficile rapportarsi con un bambino che cerca di far comprendere ai genitori chi è. Anche se lo fa urlando e piangendo.
Quando iniziano i capricci dei bambini?
Presto, molto presto. Anche a un anno. E possono durare anche fin oltre i 4 anni. I terribili 2, come chiamano gli anglosassoni i capricci di chi ha due anni, non sono niente in confronto a quelli di bambini più grandi.
Perché i bambini fanno i capricci?
I bambini iniziano a fare i capricci quando cominciano a crescere e a comprendere il mondo che li circonda. In questa fase iniziano anche a capire quali sono i loro bisogni, pretendendo i loro spazi e quello che vorrebbero avere. Se non riescono ad avere quello che vogliono, l’unica reazione che conoscono è quella di disperarsi. Per il semplice fatto che non sanno ancora gestire le emozioni. Ed è per questo che fanno i cosiddetti capricci.
Cosa fare?
Mamma e papà non devono mai ignorare i capricci o peggiorare la situazione, cercando di urlare più forte dei bambini per farci ascoltare. Dobbiamo sederci con loro e parlare. Perché le emozioni sono difficili da gestire da adulti, figuriamoci da bambini. Insieme dobbiamo trovare un modo per ritrovare la calma, per scacciare il dolore entrando in sintonia con loro. Dobbiamo sempre capire cosa provano e far capire loro come affrontare questo turbinio di emozioni. Per sviluppare l’intelligenza emotiva che consentirà loro di capire i propri limiti e imparare a essere pazienti.