I terribili due anni in realtà sono magici e sorprendenti. Ecco perché

Vedere il proprio figlio crescere è qualcosa che riempie quotidianamente il cuore dei genitori. Non c’è soddisfazione personale più grande di accompagnare il bambino nelle sue fasi dello sviluppo. Alcune sono più semplici da affrontare, altre invece mettono a dura prova la pazienza di mamma e papà. I cosiddetti ‘terribili’ due anni ne sono un esempio.

In questa particolare fare di crescita i bambini affrontano e conoscono tante esperienze nuove e cercano di trovare il loro equilibrio. Ma come? Sperimentando ogni giorno i propri limiti. Vengono chiamati terribili proprio perché sono davvero impegnativi ma se cambiamo punto di vista scopriremo che in realtà sono magici.

I terribili due anni sono sorprendenti e bellissimi

Un bambino che si affaccia alla vita scopre realtà sempre nuove e diverse. La fase dei due anni è particolarmente rinomata perché si comincia a delineare la personalità dei bimbi. Realizzano che sono persone separate da mamma e papà. Tante cose le possono gestire da soli, in autonomia. Ovviamente la difficoltà sta proprio nel seguire i figli in questo percordo cercando di fargli conoscere i propri limiti.

Ma è proprio questa la bellezza di questa fase di crescita. La scoperta e la meraviglia di tutto quello che li circonda. Sicuramente per loro certe esperienze saranno difficili da gestire perché più grandi di loro, ma accompagnarli in questo percorso lasciando loro liberi di muoversi e di dare sfogo alla propria creatività è il consiglio migliore che si può dare.

Le emozioni dei bambini sono come le montagne russe

I genitori devono sempre avere in mente che sono loro l’esempio per i figli. Se mamma e papà mostreranno ai bambini di essere in grado di gestire emozioni forti come la rabbia. piano piano anche i più piccoli impareranno a non urlare o esasperare un sentimento del tutto normale e che tutti noi proviamo.

Ed è proprio questa la vera difficoltà dei famosi terribili due anni: la gestione delle emozioni che oltrepassano il bambino stesso. Solo con tanta pazienza e con la libertà di lasciarli sperimentare anche loro impareranno a saperle gestire.

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