Sempre più spesso assistiamo al giorno d’oggi ad un cambiamento importante che sta vivendo il mondo della scuola nelle relazioni che si creano con gli studenti e, di conseguenza, anche con i loro genitori.
Si è passati da un metodo del passato ben più severo e rigoroso ad uno più accondiscendente, sia da parte dei docenti che della famiglia stessa. Se prima c’era un’esagerazione in negativo, oggi purtroppo si sentono di frequente notizie di giovani alunni che vengono spalleggiati dai genitori, anche e soprattutto quando sono i ragazzi a sbagliare.
Se i ragazzi si comportano male a scuola i genitori non devono difenderli
I docenti trascorrono tante ore della loro giornata in classe con i ragazzi. Ciò vuol dire che, oltre a spiegare la lezione del giorno, si ritrovano a dover gestire umori e malumori degli studenti. Quando qualcuno esagera con un determinato comportamento e sbaglia, è giusto che l’insegnante intervenga e glielo faccia presente. Anche questo fa parte del percorso di crescita.
Una volta tornati a casa però succede che i ragazzi giustamente raccontino i fatti accaduti a scuola ed i genitori, invece di rimproverare i figli, chiedono conto e ragione al docente. Di conseguenza si crea un muro inevitabile tra insegnanti e alunni, proprio a causa di questa continua presa di parte delle loro famiglie.
Difendere sempre i ragazzi non è educativo
I giovani studenti si sentono sempre spalleggiati in questo modo e pensano che, qualsiasi cosa loro facciano, avranno l’appoggio dei genitori, anche quando sono loro a sbagliare. Perseguendo questa strada, il ruolo del docente si riduce a una mera figura predisposta a trasmettere nozioni agli alunni, quando invece a scuola dovrebbe ricrearsi un clima favorevole alla crescita personale, passando anche dai rimproveri.
In questi casi dovrebbero essere i genitori a riflettere sul fatto che, difendendo sempre i loro figli, non fanno di certo il loro bene.
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