L’incubatrice neonatale è un presidio vastamente utilizzato in neonatologia ed estremamente importante per il trattamento di neonati nati pretermine e/o neonati patologici. L’incubatrice viene utilizzata anche nelle prime ore successive al parto, è una procedura abbastanza comune nei nidi ospedalieri, anche se spesso la mamma quando vede il proprio neonato posto in incubatrice anziché in culla, comincia a preoccuparsi. Vediamo quindi perché viene utilizzata l’incubatrice neonatale e quali sono le sue caratteristiche.
Caratteristiche generali dell’incubatrice
L’incubatrice neonatale è stata pensata per ospitare neonati pretermine. Il dispositivo è stato creato per rendere meno traumatico il passaggio dei bambini dalla vita intrauterina alla vita fuori dalla pancia della madre, riproducendo le stesse condizioni.
Le prime incubatrici furono messe a punto dopo il 1850 in Francia. Ben presto, le incubatrici hanno attraversato l’oceano per arrivare negli Stati Uniti.
A partire da quei progetti, man mano nel tempo, grazie alle nuove tecnologie, i progressi sono stati notevoli, ottimizzando il presidio di partenza.
Attualmente, l’incubatrice neonatale è composta da un abitacolo ricoperto da un coperchio di policarbonato. La parte interna è raggiungibile attraverso 2 aperture poste ai lati.
All’interno dell’incubatrice vine mantenuto l’ambiente è sterile e ha una temperatura controllata. Il neonato viene appoggiato su un piccolo materassino. Sotto c’è un vassoio reclinabile sia dalla parte anteriore che posteriore (posizione antitrendelenburg e trendelenburg).
Di solito, l’incubatrice neonatale ha anche una bilancia e un carello con ruote per essere trasportata agevolmente.
L’atmosfera interna e i parametri vitali del neonato sono monitorati attraverso dei sistemi elettronici e vi sono opportuni sistemi acustico-visivi che permettono all’infermiere pediatrico e al medico di eseguire interventi mirati se necessario. I modelli attualmente disponibili sono smontabili per garantirne un’accurata pulizia e sterilizzazione; sono inoltre provvisti di sistemi che limitano il rumore a meno di 60dB, evitando danni all’udito che potrebbero insorgere a causa dei rumori prodotti dalle ventole.
Il neonato quando deve essere posto in incubatrice?
Solitamente, i neonati che necessitano dell’incubatrice sono quelli nati sottopeso (<2500 gr) o i piccoli nati pretermine, ovvero prima della trentasettesima settimana di gestazione, o ancora neonati che sono stati sottoposti ad interventi chirurgici. Il mantenimento della temperatura corporea del neonato a livelli costanti, in queste situazioni, è poiché i neonati hanno poco tessuto e una spiccata tendenza alla termo-dispersione; pertanto, i neonati pretermine, sottopeso e patologici, difficilmente riescono a vivere in un ambiente non controllato dal punto di vista termico.
Un altro elemento importante è l’umidità, questa deve essere mantenuta a livelli tali da ridurre la disidratazione del neonato (80-90%); per ottenere un ambiente interno con questi livelli di umidità, l’incubatrice è provvista di una vaschetta che deve essere riempita di acqua sterile ogni qual volta si svuoti.
Anche il livello di ossigenazione è un fattore importantissimo. L’apparato respiratorio di questi neonati non è sempre in grado di fronteggiare la respirazione autonoma. Non è raro in questi neonati il fenomeno del distress respiratorio.
Per quanto riguarda l’alimentazione dei neonati posti in incubatrice, solitamente si ricorre alla nutrizione artificiale, spesso soprattutto per vie endovenosa; in caso contrario viene inserito un sondino naso-gastrico e somministrare al neonato il latte materno così da non interrompere quello che è l’allattamento.
Il tempo passato dal neonato all’interno dell’incubatrice può variare; nei neonati sottopeso, in genere, basta portare il piccolo al peso adeguato alla sua età gestazionale. Nei neonati pretermine invece è necessario raggiungere una determinata maturità del sistema digerente e respiratorio per poterli dismettere. Infine, nei neonati chirurgici bisogna valutare il completamento del periodo di convalescenza, quindi la ripresa di tutti i sistemi fisiologici. In seguito, i bambini vengono sistemati in culla termica dove sono monitorati e nutriti. Per loro è previsto un percorso di adattamento graduale all’ambiente estero.
Riassumendo, ecco come funziona l’incubatrice neonatale:
- Controlla le condizioni di salute del neonato
- Lo aiuta a respirare
- Rileva la sua temperatura corporea
Tipologie di incubatrici
Esistono varie tipologie di incubatrici che differiscono tra loro per design e metodi di impostazione, ma sostanzialmente sono tutte provviste delle caratteristiche essenziali precedentemente elencate che ci consentono di assistere il neonato.
Possiamo distinguere tre principali tipologie che si adattano al tipo di assistenza e sono:
- Incubatrice da degenza;
- Incubatrice da trasporto;
- Isola neonatale.
Le prime sono destinate alle aree di terapia intensiva neonatale, possiedono le caratteristiche già descritte e sono utili per il trasferimento del neonato da un ospedale all’altro.
Infine, vi è quella che noi comunemente definiamo “isola neonatale” dotata di un lettino termico di rianimazione con sponde di sicurezza mobili, che rendono il neonato accessibile agli operatori su tutti e tre i lati, una sorgente di luce radiante (lampada), una fonte di ossigeno e di aria compressa, un kit di rianimazione cardiopolmonare, un respiratore automatico e un monitor a più canali che ci consente di monitorare costantemente tutti i parametri vitali.