L’autismo è un disturbo che in molti hanno sentito sicuramente nominare, ma che probabilmente in davvero pochi conoscono e considerano nella sua complessità. Nonostante i tanti studi condotti su questo problema, un bimbo autistico non riesce mai ad essere compreso al 100%, ma alle volte bisogna anche fare uno sforzo per cercare di capire come vedono il mondo gli autistici.
Il mondo dagli occhi di un bimbo autistico
Il 2 aprile di ogni anno ricorre la giornata mondiale dell’autismo. L’obiettivo di questa festività ricade sulla sensibilizzazione sull’argomento, che troppe poche volte viene trattato con la dovuta importanza. Avere un figlio autistico vuol dire dover sviluppare delle competenze diverse, che possano portare il genitore ad entrare nei profondi e contorti meccanismi del cervello del bambino.
Mettersi nei panni di questi soggetti equivale a dire cercare di vedere con occhi diversi anche le più piccole cose quotidiane. In occasione della giornata mondiale per questa patologia, The National Autistic Society ha rilasciato sui suoi canali social un video che mostra, con la realtà virtuale aumentata, in modo più fedele possibile come un bambino autistico reagisce nel passare in un semplicissimo centro commerciale.
In questo breve, ma potente video si capisce alla perfezione il disagio che questi bambini devono subire ogni giorni a causa del mondo che li circonda. Si tratta di un disagio causato da un modo di vivere più profondo, più sentito e più agognato. Quando vedete per strada un bambino urlare battendo mani e piedi a terra, apparentemente non curante del mondo che lo circonda, ricordate che è proprio a causa di questo mondo, della sua complessità, che il bambino si ritrova ad urlare.
Luci, rumori, sensazioni contrastanti prendono il sopravvento sulla sua flebile razionalità e tutto ciò lo porta a perdere completamente il controllo di se stesso. L’enorme quantità di informazioni sensoriali alle quali questi bambini sono esposti in ogni momento li portano a dover lottare per mantenere un contegno, un controllo, e questo li porta inevitabilmente ad estraniarsi. Non si tratta di bimbi strani, si tratta di bambini concentrati a non esplodere.
Non sono un male, sono autistico e ricevo solamente troppe informazioni.