Soffri di allergie, e l’idea che si presentino adesso che hai il pancione ti preoccupa, soprattutto perché sai che bisogna andarci cauti con i farmaci e temi di non riuscire a gestire il disturbo. In questo articolo ti spiegheremo come comportarti se soffri di allergie in gravidanza.
Una piccola parentesi sulle allergie
Circa il 15% della nostra popolazione, soffre di allergie, patologie croniche che, a contatto con l’allergene, causano uno sfogo immediato: rinite e prurito al naso, occhi rossi e congiuntivite, starnuti e naso chiuso, pomfi sulla pelle, tutti disturbi che, sebbene spesso siano di lieve entità, devono essere trattati con i farmaci specifici. Molto spesso, la futura mamma, all’insorgere dell’allergia, vive in modo amplificato il disturbo, complici anche il pancione e il peso che non aiutano in caso di fiato corto o attacchi di asma.
Ma che cos’è esattamente un’allergia? L’allergia è una reazione del sistema immunitario verso elementi “innocui” che riconosce però come nemici; si può entrare a contatto con gli allergeni per ingestione, per contatto, per via inalatoria o ancora per via iniettiva. A scatenare le allergie, ci sono i fattori ereditari ossia la predisposizione familiare, e l’esposizione continua a sostanze allergizzanti.
L’asma allergica, è il disturbo più frequente che si manifesta nelle donne in stato di gravidanza con patologie allergiche. Se l’allergia è già nota, talvolta, è possibile prevenirne l’insorgenza giocando d’anticipo, sottoponendosi al vaccino prima di programmare un’eventuale gravidanza.
La rinite allergica, una delle più comuni forme di allergia che colpisce la mucosa nasale e gli occhi, è spesso scatenata da agenti inalatori (pollini, polvere, acari, muffe e pelo di animale) e si manifesta con starnuti, prurito e congestione nasale, quando al disturbo si associa la congiuntivite, si parla di rinocongiuntivite. Talvolta causa lo sviluppo dell’asma, un’infiammazione cronica delle basse vie aeree, che causa il tipico “fischio” auscultabile ad orecchio nudo.
L’allergia può scatenarsi per diverse cause: ingestione di alimenti o bevande contenenti un’allergene, puntura di insetti, inalazione di sostanze allergizzanti, assunzione di farmaci che contengono, nel principio attivo, l’allergene sotto accusa. I principali allergeni alimentari, per legge, sono sempre indicati nelle etichette di acquisto dei prodotti che li contengono.
Che cosa fare se si soffre di allergia e si aspetta un bambino?
Se durante il periodo della gestazione si manifestano i sintomi di una reazione allergica, già noti o nuovi, il consiglio migliore è di rivolgersi tempestivamente al proprio ginecologo di fiducia e all’allergologo, se siamo già seguite per la patologia, ma diffidare assolutamente alle cure e ai trattamenti fai-da-te. Infatti, se in un periodo “normale” un farmaco non è pericoloso, durante la gravidanza, può avere effetti tossici e nuocere alla salute del bimbo in grembo.
Prevenire è meglio che curare, questo si sa, per questo motivo abbiamo qualche pratico consiglio che può aiutarti a prevenire l’insorgenza delle manifestazioni acute:
- aerare quotidianamente tutti i locali, e lasciare le finestre aperte almeno 15 minuti in modo da favorire un ricambio d’aria
- eliminare i fiori da casa ed evitare il contatto con questi ultimi
- evitare passeggiate in campagna nel periodo dei pollini e delle fioriture
- eliminare per quanto possibile, tappeti e tende, che generalmente racchiudono polvere e acari
- utilizzare biancheria da letto in cotone e lavarla spesso
- eliminare tutto ciò che produce polvere (libri, soprammobili, pupazzi)
- smettere di fumare ed evitare di respirare fumo passivo
Vietato assolutamente prendere in autonomia, senza consultarsi con lo specialista, qualsiasi farmaco anche se già in utilizzo prima della gravidanza, poiché alcuni, come i seguenti, possono essere altamente tossici:
- astemizolo, antistaminico
- dimedrol, antistaminico e antiallergico
- claritin, antistaminico, (sconsigliato anche nell’allattamento)
- tavegil, antistaminico, può essere utilizzato solo se il beneficio è superiore al rischio
Curare l’allergia in gravidanza
Sebbene la gravidanza rappresenti un momento delicato per ogni donna, e per quanto possibile è consigliato non utilizzare e non abusare di alcun farmaco, è altresì vero, che se insorgono dei problemi, questi si devono tenere sotto controllo, con cure e trattamenti compatibili con la gravidanza. Nel caso di congestione nasale, sarà preferibile irrorare spesso il naso con soluzioni fisiologiche che non contengono alcun principio attivo e non nuocciono al feto, ma che aiutano a tenere sotto controllo il fastidio, mantenendo le mucose pulite da polvere e acari, muffe e costantemente umidificate. Se si presenta la congiuntivite, il ginecologo può consigliare dei trattamenti locali (spray o colliri) che vanno utilizzati sotto stretto controllo medico, a base di antistaminici o cortisonici. Anche in caso di asma, è bene partire prevenute e informarsi per tempo su quale sia il farmaco da eccellere in caso di attacchi, e averlo sempre con se come salvavita.
Omeopatia contro l’allergia in gravidanza, è utile?
I rimedi omeopatici possono rappresentare una valida alternativa ai classici farmaci consigliati in caso di allergia, questo perché, essendo costituiti da principi naturali, non hanno effetti collaterali sul bimbo nel pancione. Trattandosi di allergie, la scelta del prodotto deve essere studiata e scelta da un’omeopata che conosce il quadro clinico della futura mamma, per consigliare al meglio cosa e in quale modalità assumere, per combattere il disturbo. In caso di congiuntivite, i rimedi omeopatici mettono a disposizione delle gocce oftalmiche e dei colliri a base di Eufrasia e Camomilla, che aiutano a lenire l’infiammazione e il rossore. In caso di effetti più pesanti, quando si presenta la necessità di ricorrere a farmaci corticosteroidi, il Ribes nigrum è un valido sostituto naturale molto efficace, che agisce anche a livello preventivo utilizzato in anticipo rispetto all’insorgenza dei classici sintomi. Utile, quando si presentano i primi sintomi, evitare gli alimenti ricchi di istamina che contribuiscono allo sviluppo dell’allergia.
Donne incinte e allergia, anche il bambino sarà allergico?
L’allergia, soprattutto durante il periodo della primavera e dell’estate, quando si è sensibili a pollini, acari e muffe, può essere molto fastidiosa e può dare luogo a tanti piccoli disturbi che, anche se non mettono a rischio la vita della gestante, vanno trattati con tempestività ed efficacia. Con qualche piccolo accorgimento e seguendo i consigli indicati sopra, conducendo uno stile di vita sano, con un’alimentazione varia ed eliminando i fattori di rischio (fumo di sigaretta, ambienti chiusi e poco aerati, vita frenetica) ed evitando di entrare a contatto con gli allergeni noti, la futura mamma può stare serena e ridurre al minimo il rischio di attacchi allergici. Ci stiamo domandando se anche il nostro bambino presenterà qualche allergia, la risposta è, con molta probabilità, si, soprattutto se a soffrire di allergie sono entrambi i genitori. Queste infatti, si trasmettono per ereditarietà e non è raro che, in un contesto dove siano già note allergie, se ne scoprano altre nei figli e nei fratelli. Per questo, può rivelarsi utile, all’insorgenza di qualsiasi sintomo sospetto, sottoporre il piccolo ai test specifici per la ricerca delle allergie, sia a livello cutaneo che sierologico, sebbene sia utile ricordare che prima di una determinata età, questi non risultano attendibili e può essere necessario ripeterli periodicamente al fine di ottenere un esito quanto più veritiero ed attendibile. Comunque sia, qualora nel bambino dovessero presentarsi sintomi sospetti ma tipici nell’insorgenza di allergia, come ad esempio eruzioni cutanee, naso che gocciola anche in assenza di raffreddore o influenza, presenza costante di crosta lattea (dermatite seborroica), eczema pruriginoso, occhi arrossati e fotofobia, necessità di respirare con la bocca piuttosto che con il naso e prurito al naso, sarebbe meglio parlarne con il pediatra di fiducia ed iniziare qualche indagine per verificare se le cause sono da ricondurre a dei fattori allergici.