Questa è una storia che ha commosso tutti quanti. Un bimbo con paralisi cerebrale cammina per la prima volta in vita sua. E sai qual è la prima cosa che vuol fare una volta in piedi e un passo alla volta nonostante le evidenti difficoltà? Lui vuole raggiungere suo fratello gemello e abbracciarlo stretto stretto.
Lex e Lochlan sono due gemelli nati prematuri. Hanno fin da subito dovuto lottare per sopravvivere. Ma da quando sono nati hanno sempre potuto contare sul sostegno l’uno dell’altro, in ogni sfida, sempre sorridendo e aiutandosi, come probabilmente hanno fatto quando erano nel grembo della loro mamma.
Mamma che, sui social, ha condiviso un video in cui racconta quanto c’è voluto per fare in modo che potessero condurre entrambi una vita il più possibile normale. Il percorso di riabilitazione è stato duro soprattutto per Lochlan, colpito da una paralisi cerebrale che gli impedisci il corretto funzionamento dei muscoli e quindi ne limita la mobilità. Ma lui non si è mai arreso e, nonostante la sua disabilità, ce l’ha messa tutta, riuscendosi non solo a rimettere in piedi ma anche a fare qualche passo per poter raggiungere Lex, il fratello gemello tanto amato, e abbracciarlo forte forte.
La mamma è riuscita a registrare il tenero momento in cui Lochlan riesce a muovere i suoi primi passi e a dirigersi verso il fratello, come del resto ha fatto condividendo sui social il percorso dei suoi gemelli prematuri dalla nascita a oggi, così da sostenere altri genitori che come la sua famiglia hanno dovuto affrontare un iter davvero incredibile.
È stato impegnativo perché avevamo anche una figlia di due anni di cui prenderci cura.
Queste le parole di Savannah, che poi aggiunge:
Ogni volta che entravo in terapia intensiva neonatale, la prima cosa che facevo era guardare la lavagna di ogni gemello. Le infermiere la aggiornavano ogni giorno con le note, l’aumento o la perdita di peso, la crescita, gli obiettivi, i farmaci e qualsiasi altra informazione medica importante. Di tutte le informazioni elencate, però, la prima modifica che ho sempre notato è stata la scritta “giorno di vita”. Dopo averla sfogliata, mi sedevo e aprivo un vecchio quaderno che avevo trovato in giro per casa.
La mamma aveva un quaderno, infatti, in cui annotava tutto quanto, dal giorno di vita a quello che era successo. All’epoca non sapeva cosa avrebbe rappresentato per lei, perché erano numeri fondamentali, numeri che raccontavano della rinascita dei suoi bambini, lentamente, giorno dopo giorno.
In un periodo in cui non potevo semplicemente nutrire i miei neonati o anche solo toccarli, questo quaderno mi faceva sentire come se stessi facendo qualcosa. È diventato la mia ancora di salvezza e l’unica cosa che mi dava uno scopo. Ogni volta che lo prendevo in mano per scrivere, ero costretta a ricordare a me stessa che ero, in effetti, una madre di due coraggiosi guerrieri gemelli.
Un video davvero emozionante.