Molti sono i genitori che credono ancora nei vecchi metodi educativi, quelli che puniscono gli errori o i capricci dei bambini con urla, punizioni e spesso anche botte. Queste pratiche si sono scoperte essere troppo aggressive per un cervello in fase di sviluppo e quindi a lungo termine assai dannose.
Gli studi a riguardo
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Development and Psychopathology, la genitorialità aggressiva ha conseguenze gravi sulla crescita dei bambini. I ricercatori sottolineano infatti che quando i genitori picchiano, scuotono o urlano contro i più piccoli, influiscono sulle loro strutture cerebrali, riducendo la loro corteccia prefrontale e l’amigdala che svolge la funzione di allertare il cervello quando ci si trova in situazioni di pericolo. Pertanto la violenza usata per “disciplinare” andrà a influenzare gravemente il modo in cui elaborano la paura e l’ansia.
Inoltre, è importante sapere che queste due aree del cervello (corteccia e amigdala) hanno il compito di regolare le emozioni e se sviluppate in maniera differente dal normale, possono portare a stati depressivi che compaiono spesso durante l’adolescenza o quando i figli diventano adulti.
L’amore non è paura
Karen Zaltzman, consulente genitoriale certificata M.ED e PCI, spiega che il cervello di un bambino piccolo ha bisogno di sentirsi al sicuro e protetto dalle figure genitoriali. Ma se nell’ambiente in cui vive sperimenta turbamento e la violenza, il suo cervello imparerà ad associare l’amore al dolore e alla paura, e questo concetto rimarrà in lui o in lei a vita. Oltretutto un’interpretazione così sfasata potrebbe avere implicazioni serie anche sulle sue capacità sociali e relazionali future.
Ecco perché è importante capire che per incitare i figli a comportarsi meglio, bisogna utilizzare la calma e la pazienza, mettendo limiti chiari e coerenti che anche loro possano capire. Spiega quali sono le conseguenze naturali dietro certe azioni e quindi perché non è bene che vengano compiute. Ricorda sempre che il ruolo di mamma e papà è dare strumenti al piccolo, non punirlo per non averli.