Spessissimo capita di veder giocare bambini ed adulti al tipico “bubù settete“. Si tratta di un giochino scherzoso nel quale si tira fuori questa battuta, coordinandola con il gesto di coprire gli occhi e scoprirli, facendo anche delle facce buffe. Insomma, una cosa che solo dei bambini piccolo possono apprezzare, ma quello che in moltissimi si domandano è: da dove derivano queste paroline magiche?
Il segreto dietro il suono di queste paroline
Innanzitutto, analizziamo punto per punto. Partendo dal “bubù” dobbiamo dire innanzitutto che si tratta di una parolina dal suono onomatopeico ben preciso. Si pensa che il “BU” venisse utilizzato dagli etruschi per intimorire i bambini. Il motivo dell’utilizzo di questa sillaba risiede nel fatto che il suono ricorda cose pericolose, come un tuono o un frastuono preoccupante. Quindi questo va ad aumentare la tensione nel piccolo.
Per quanto riguarda invece il settete, qui anche abbiamo un gioco di suoni. Infatti, in questa parola la lettera E è ripetuta ben 3 volte e la finale, inoltre, viene spesso allungata nel suono. Il motivo dell’utilizzo di questa vocale tra le tante è che si tratta della più comprensibile dai più piccoli, per questo riesce ad aiutare il bambino a sorridere di più, proprio perché riconosce e categorizza il suono.
Perché il gesto di coprire e scoprire gli occhi?
Sicuramente, riferendovi a questo gioco vi sarà capitato di sentirlo chiamare anche il gioco del cucù. Il cucù è un richiamo agli uccellini che entrano ed escono dalla tana. Questo atteggiamento è stato rimesso in pratica anche nel cucù orologio, nel quale vediamo l’uccellino entrare ed uscire dalla casetta ogni ora spaccata. Il gesto delle mani, quindi, va ad imitare proprio questo gesto di entrare ed uscire dell’uccellino: quindi si coprono e scoprono gli occhi o il volto.
Anche se tutto questo non è decisamente e completamente veritiero, queste ultime sono le teorie più gettonate da coloro che hanno provato a dare un senso a questa stramba usanza. In qualsiasi caso, è funzionante: i bambini sorridono e si divertono.