Adesso che il tuo test di gravidanza è positivo, sicuramente sarai ansiosa di sapere come si calcola la data del parto, per prepararti al meglio, fisicamente e psicologicamente al grande evento. Attraverso dei calcoli specifici, basati sul ciclo mestruale e l’accrescimento del feto, è possibile fare una stima della dpp, scopriamo insieme come si fa.
Parenti e conoscenti ti ripetono la fatidica domanda, curiosi ed entusiasti per la lieta notizia, e non vedono l’ora di sapere quando nascerà il bambino. Anche tu, mamma, sicuramente ti sarai posta questa domanda, e non sai che risposte darti, ma sai che nell’ attesa che la tua ginecologa di fiducia possa stimare un’epoca di concepimento, puoi scoprire in quale periodo verrà alla luce il tuo bambino. Per scoprirlo ti bastano poche cose:
- ricordarti il primo giorno delle tue ultime mestruazioni
- ricordarti la durata media del tuo ciclo mestruale
Con queste informazioni, attraverso il contatore, potrai fare una stima della data presunta del parto, l’epoca in cui probabilmente, stando ai calcoli, nascerà il tuo bambino. Attraverso questo calcolo, puoi anche capire in quale settimana di gestazione ti trovi ed avere sempre sott’ occhio eventuali appuntamenti a cui non puoi mancare, ossia visite programmate, ecografie ecc.
Come si calcola la data del parto?
Prima di poter dire che calcolare la data del parto sia una cosa scontata e semplice, bisogna tenere in considerazione alcuni fattori, infatti se è vero che la durata media della gravidanza è di nove mesi, ossia 40 settimane, a cominciare dal primo giorno delle ultime mestruazioni, spesso è impossibile definire con assoluta certezza e precisione, quando è avvenuto il concepimento. Un altro fattore da considerare, è la regolarità e puntualità del ciclo mestruale, infatti non tutti i cicli mestruali durano esattamente 28 giorni, e ognuna di noi può avere un ciclo più o meno lungo nonostante questo sia abbastanza regolare e puntuale. Questi sono fattori da tenere in considerazione per poter dare una datazione corretta alla nostra gravidanza.
La regola di Naegele per calcolare quando partorirai
Naegele è l’ostetrico tedesco che nell’ottocento, ha “datato” la durata della gravidanza, attribuendo alla durata della gestazione 280 giorni, sommando al primo giorno dell’ultima mestruazione un anno più sette giorni e sottraendo tre mesi e, ad oggi, quando si deve calcolare la data presunta del parto, si utilizza la regola di Naegele. Quando andrai dalla tua ginecologa, ti capiterà sicuramente di familiarizzare con uno strumento utile e pratico che tutti i medici ginecologi ed ostetriche hanno -grazie agli insegnamenti lasciati da Naegele- la rotella della gravidanza chiamata anche regolo ostetrico. Grazie a questo pratico strumento, inserendo il giorno dell’ultima mestruazione, si ha un’indicazione chiara, pratica e rapida dell’epoca di gestazione. La rotella, composta da due dischi sovrapposti, è suddivisa così: nella piccola troveremo le 40 settimane corrispondenti alla gravidanza, suddivise in trimestri, mentre nella grande avremo una panoramica dei 12 mesi con i rispettivi 365 giorni. Attraverso questa piccola rotella, sarà possibile scoprire la data presunta del parto, l’epoca del concepimento e la settimana esatta in cui ci troviamo nel momento dell’indagine. La ginecologa ci insegnerà ad utilizzarla e a capire come tenere a portata di mano gli appuntamenti della nostra gravidanza, settimana per settimana.
Fatto curioso, sai che molto spesso è proprio la ginecologa durante la prima visita di “conoscenza”, a regalare alla futura mamma questo strumento, che consente anche di tenere sott’occhio le visite a cui non ci si deve sottrarre durante i nove mesi? Se non abbiamo ancora avuto a che fare con la ginecologa e siamo comunque curiose, possiamo cercare nei siti dedicati alla fertilità e alla gravidanza il calcolatore dove, inserendo la data dell’inizio delle ultime mestruazioni, si può ottenere una immediata panoramica delle esatte settimane di gestazione.
L’ecografia di datazione della gravidanza
L’altro strumento fondamentale per datare la gravidanza, ma non solo, è la prima ecografia di controllo, offerta dal Servizio sanitario Nazionale, che si esegue tra l’ottava e la dodicesima settimana di gravidanza. In quest’epoca infatti, le misurazioni rilevate dallo specialista, permettono di datare quasi con certezza, l’età gestazionale e stimare quindi una dpp. Ma perché è importante sottoporsi all’ecografia proprio durante questo lasso di tempo? Tra l’ottava e la dodicesima settimana, il ginecologo è in grado di rilevare con precisione l’età gestazionale grazie alla lunghezza dell’embrione che rientra in determinate tabelle indicative per l’epoca corrispondente. Non capita di rado, che datazione dell’ecografia e dpp dall’ultima mestruazione non corrispondano, ma si da fiducia alla data indicata dalle misure dell’embrione.
Perché l’età gestazione è importante
Perché è importante conoscere l’età gestazionale? Se stiamo pensando che non stiamo più nella pelle e non vediamo l’ora di stringere il nostro piccolino tra le braccia, no, non è soltanto per questo. Sicuramente conoscere la data presunta del parto è utile ai futuri genitori per vivere con serenità la gravidanza e avere il tempo per programmare e preparare l’accoglienza per il bebè, ma a livello medico, conoscere l’età gestazionale è fondamentale per poter programmare per tempo tutti i controlli utili per monitorare la gravidanza, e scoprire per tempo eventuali anomalie o problematiche legate alla gestazione. Alcuni esami, come ad esempio la traslucenza nucale o il bitest, ad esempio, vanno eseguiti in determinate e precise epoche per garantire l’attendibilità che sfiora il 100%. Non per ultimo, conoscere l’età gestazionale, è fondamentale per monitorare se l’accrescimento del feto è regolare e per sapere se e quando intervenire, nei casi in cui la gravidanza va oltre alla durata fisiologica, tenendo conto che è considerata normale quando si conclude tra la 37 settimana e la 41 settimana più 6 giorni.
La durata della gravidanza varia in base ad altri fattori che incidono, ossia l’età materna, se si tratta di una primipara ossia donna al primo parto, che, statistica vuole, che vada spesso oltre il termine, o che sia una pluripara -che ha quindi già partorito prima- che tende ad avviare il travaglio con un po’ di anticipo rispetto alle altre donne, o ancora che si tratti di una gravidanza gemellare, dove spesso il travaglio e il parto vengono avviati medicalmente per salvaguardare la salute della mamma e dei bebè e ancora, se sono presenti patologie legate alla mamma o legate alla maternità stessa. Stando alle indicazioni mediche, un parto che si verifica quindici giorni prima o quindici giorni dopo dalla data presunta del parto, è a termine, e risulta quindi inopportuno, a meno che non vi siano gravi indicazioni mediche, ad intervenire.
Data del parto e curiosità
Ti sarà capitato di sentir parlare, soprattutto tra le capostipiti più anziane, di bimbi nati con luna crescente o luna piena, e sai perché? Anticamente, le nostre nonne, non conoscevano sicuramente la regola di Naegele, e per stimare una data più o meno presunta dell’imminente parto, si affidavano al calendario lunare, studiando le varie fasi lunari più o meno propizie per il lieto evento. Le nostre nonne, spesso attribuivano (senza margine di errore) il fiocco rosa o azzurro al bebè nel pancione a seconda della luna trovata durante il concepimento. Se sei curiosa di calcolare la data presunta del parto in base alle fasi lunari, non ti resta che procurarti un calendario lunare e fare questo semplice calcolo: considerando che la durata della gestazione è di 40 settimane, calcola 9 lune piene a partire dall’ultimo ciclo, e ricorda, se il concepimento è avvenuto durante la luna calante, il bimbo si farà aspettare rispetto alla dpp, mentre se è avvenuto durante la luna piena o la luna crescente, arriverà sicuramente con un po’ di anticipo!