Nell’arco di un secolo, più o meno, siamo passati da un’estremo rispetto dei genitori nei confronti delle/dei mastre/i, che qualsiasi cosa facessero o dicessero in classe contavano sull’appoggio incondizionato e anche sul rincaro della “dose” dei rimproveri a casa, da parte dei familiari, ad un rapporto “amore-odio”, spesso pieno di tensioni e anche litigi, tra genitori e docenti. E soprattutto negli ultimi anni abbiamo assistito a tantissimi casi nei quali invece di un ringraziamento per il compito che svolgono, le maestre si sono viste recapitare una bella denuncia da parte dei familiari di qualche alunno.
- Cosa fare quando la maestra sgrida sempre tuo figlio o non sei sicura del suo operato?
Si deve assolutamente ammettere che le maestre sono coloro che fanno le veci di voi mamme e papà durante l’orario scolastico, di conseguenza è importantissimo instaurare un rapporto di companierismo, nonché di fiducia. Dal momento in cui “affidiamo” nostro figlio alle cure della maestra, non solo il bambino dovrà percepire lo stesso confort di quando sta con i genitori, ma anzi dovrà essere portato a vedere la maestra come un’ulteriore punto di riferimento parallelo a quello di mamma e papà. In un rapporto di stima e rispetto reciproci, il bambino non metterà in discussione l’autorevolezza della maestra.
- Come non dire le cose in modo sbagliato
L’istinto protettivo genitoriale a volte non si avvale di un giudizio obiettivo quando si tratta dei figli, il che è del tutto comprensibile, ma è anche vero che il bambino si comporta in un modo a casa, e in un altro a scuola. Di conseguenza i genitori conoscono gli atteggiamenti del figlio in un determinato ambiente e zona “confort”, mentre la maestra lo conosce immesso in un altro ambiente e mentre si trova a confronto con dinamiche totalmente diverse da quelle che vive in casa. Perciò consigliamo di cooperare sempre con la maestra nel percorso educativo del bambino, di supportare anche a casa gli insegnamenti dati a scuola, e soprattutto, rivolgersi all’insegnante in maniera del tutto paritaria, e mai con atteggiamento di superiorità.
Vanno assolutamente rispettati i metodi di insegnamento e le tecniche educative esposte dalla maestra al bambino, e qualora ci fosse qualcosa che non convince il genitore, è sempre consigliato parlare col docente mentre il figlio non è presente. Ovviamente in questa dinamica di collaborazione non devono mai essere superati i limiti comportamentali né dell’essere madre, né dell’essere maestra.
Collaborare in armonia
Per una collaborazione vincente mamma vs maestra può essere molto d’aiuto che la prima descriva carattere e personalità del figlio, tanto le sue passioni, gusti, abilità, quanto ciò che lo rende nervoso, che lo intimidisce, che non gli piace, alla seconda, la quale avrà il compito di raccogliere tutte queste informazioni e imparare a “leggere” l’alunno in qualsiasi situazione si presenti all’interno delle dinamiche scolastiche.
Ci sono delle frasi, più o meno specifiche, che sarebbe meglio astenersi dal dire per evitare incomprensioni con la maestra. Facciamo alcuni esempi:
1. Sono in ansia quando lo lascio a scuola
Ecco una frase come questa potrebbe essere percepita in maniera un po’ svilente nonché denigrante da parte della maestra, poiché denota non solo mancanza di fiducia ma anche nessuna confidenza nei metodi e nelle capacità educative della docente. Inoltre un’atteggiamento particolarmente ansioso da parte della madre non aiuta il bambino a lasciarsi andare tranquillo e ad inserirsi facilmente all’interno della classe.
2. Mio figlio non viene volentieri
Con questa frase stiamo buttando interamente la responsabilità del non interesse del figlio sulle spalle della docente, quando magari sarebbe meglio indagare con la maestra stessa per vedere come mai il bambino non si trovi bene o se ci siano eventuali difficoltà da attenzionare.
3. Non mi piace il suo metodo
Partendo dal presupposto che il rispetto sta alla base di tutti i tipi di relazioni, spesso capita di criticare il metodo educativo e formativo delle maestre senza averne nessun tipo di cognizione di causa nè conoscenza. Invece sarebbe molto più facile parlare con la docente e farsi spiegare eventuali dubbi o incomprensioni sui metodi utilizzati, sempre con garbo e pacatezza.
4. Penso ci sia disparità di trattamento tra mio figlio e gli altri alunni
Un’atteggiamento “paranoico” e “controllatore” da parte della madre nei confronti della maestra, è l’atteggiamento più sbagliato sia per instaurare un rapporto positivo con la docente, sia per l’interazione alunno/insegnante, alunno/classe. Piena fiducia e aiuto reciproco invece, in un clima sereno e privo di tensioni è assolutamente il cammino da seguire tra genitori e maestre.
5. I compiti per casa assegnati sono troppi
Un giudizio critico che di sicuro non lascia molto spazio ad una controbattuta da parte dell’insegnante. Invece sarebbe meglio dire ad esempio “noto difficoltà in mio figlio nel terminare tutti i compiti, cosa potremmo fare?” o “cosa potremmo fare per alleggerire la materia in un momento delicato del bambino”. E invece di chiudersi a riccio, la maestra sarà subito disponibile nella comprensione e nella soluzione del problema.
6. Quel voto non mi sembra sia giusto!
Sostituire l’essere mamma alla valutazione scolastica del bambino è un’atteggiamento negativo, anche perché basterebbe collaborare con l’insegnante per aiutare il bambino nel recuperare il voto e seguirlo con più attenzione durante lo svolgimento dei compiti. In questo modo non solo motiviamo il bambino a fare meglio la prossima volta, ma bensì ci apriamo al giudizio critico e costruttivo della maestra, che comunque lavora sempre per il miglioramento delle capacità dei nostri figli.
7. Non ha finito il tema perché il pomeriggio ha lezioni di basket
Al giorno d’oggi i bambini fanno tantissime attività extrascolastiche, che siano esse sportive, o artistiche, e che di sicuro aiutano ad aumentare le attitudini ed il talento dei nostri bambini del futuro. Questo però non deve essere utilizzato come scusa da parte dei genitori per sminuire l’importanza della scuola e dei compiti assegnati. Anzi mettere sempre al primo posto lo svolgimento dei compiti e inserire le varie attività extra curriculari quasi come fossero un premio post compiti.
8. Il bimbo si annoia in classe
Con questa breve frase stiamo praticamente dicendo alla maestra non solo che le sue lezioni sono noiose, ma soprattutto che non è in grado di catturare l’attenzione dell’alunno per la durata della lezione. Ovviamente ci sono insegnanti e insegnanti, ma fortunatamente la maggior parte si dedicano agli alunni in maniera energica e vigorosa, ampliando sempre più i temi trattati e aggiornandosi costantemente su nuove tecniche didattiche e tecnologie utilizzate. E’ bene quindi mantenere l’attenzione sul bambino, e perché si distrae facilmente, e quindi indagare insieme all’insegnante per recuperare l’attenzione perduta.
9. Dovrebbe cambiare posto a mio figlio perché non va d’accordo con il compagno di banco
Evitare assolutamente l’intromissione all’interno delle dinamiche dominanti del gruppo classe, a meno che ovviamente non si sospettino gravi casi di bullismo. Piuttosto consigliamo a nostro figlio di parlare sempre con la maestra di eventuali problemi o insoddisfazioni all’interno della classe, oppure informare direttamente la docente dell’esistenza di un particolare disagio ma lasciare totalmente a lei la gestione della situazione e la risoluzione che da essa ne consegue.
10. Il prossimo anno cambieremo scuola
Qualora si stesse valutando questa opzione, non c’è assolutamente bisogno di renderlo plateale. Sicuramente se ne può parlare con la maestra per vedere se si può evitare un cambio così radicale, altrimenti renderla partecipe al momento adeguato sempre con educazione e rispetto.