Parliamo di bambini e dei compiti della scuola media, un argomento sicuramente molto delicato e complicato. Si sa, per fare il genitore non si può studiare dei manuali e non esistono regole universali che valgono per tutti. Anche per questo si dice che fare il genitore sia il mestiere più difficile del mondo.
Quando poi i nostri figli raggiungono la preadolescenza allora le cose si fanno ancora più complicate, perché i bambini o ragazzi di quell’età non sono proprio di facile gestione. Soprattutto quando si parla di scuola, con la maggior parte dei bambini che ancora non è abbastanza maturo per capire l’importanza dell’istruzione per il proprio futuro.
Come aiutare i bambini a fare i compiti delle medie? Se siete alla ricerca di una risposta a questa domanda, benvenuti nel luogo giusto. Ogni genitore ha un approccio diverso con i compiti dei propri figli.
In linea generale i genitori aiutano i propri figli a fare i compiti, soprattutto quando li vedono in difficoltà di fronte ad equazioni, tabelline, verbi e via dicendo. Nei casi più estremi, molti genitori decidono di fare loro stessi i compiti al posto dei figli, inconsapevoli dell’enorme danno che vanno loro a creare.
Diciamo che da un certo punto di vista si tratta di un atteggiamento comprensibile anche se sbagliato. I genitori si preoccupano del futuro dei figli e sanno che una buona istruzione è un buon passo avanti per costruirsi un futuro.
Molte delle aspettative di un genitore sono legate al livello di istruzione dei figli e questo spesso ci porta ad aiutarli più del necessario nei compiti. Ma è giusto oppure no aiutare i nostri figli a fare i compiti? Scopriamo insieme tutto ciò che c’è da sapere.
Non aiutare i figli a fare i compiti
Gli esperti dicono che i genitori non dovrebbero aiutare i loro figli durante lo svolgimento dei compiti e ancora peggio sostituirsi a loro. Ad affermarlo è una ricerca dell’Università della Finlandia Orientale e di Jyväskylä.
Secondo questo interessante studio, un bambino durante i compiti della scuola media o elementare dovrebbe “cavarsela da solo”. Questo perché aiutarli quando sono in difficoltà o peggio ancora sostituirsi a loro, ci porta a lanciare loro un messaggio sbagliato.
Da un lato infatti è come se dicessimo loro “Ok, te non ci riesci e quindi lo faccio io”. Un bambino non ha bisogno di sentirsi non all’altezza e di arrendersi. Di fronte alle difficoltà di nostro figlio, noi dovremmo dire lui che può farcela, che è abbastanza intelligente per risolvere l’equazione e non sostituirci a lui.
Dall’altro lato è come se dicessimo lui che di fronte alle cose non gli riescono non c’è bisogno di impegnarsi, perché tanto noi possiamo risolverle al suo posto. Un bambino deve capire l’importanza di non arrendersi e anche l’importanza di commettere errori e riprovare.
Una delle cose che in assoluto non dobbiamo fare è quella di trasformarci in genitore “spazzaneve”. I compiti non ti riescono? Non ti preoccupare, li faccio io. Hai preso un voto troppo basso? Vado subito a parlare con l’insegnante perché sicuramente ti ha preso in antipatia.
I nostri figli devono imparare a sbagliare, a camminare con le proprie gambe e a cadere con le proprie gambe. Devono cavarsela da soli, nelle cose piccole ma anche in quelle grandi. Ci sono dunque alcune cose che proprio non dovreste fare:
- Non correggete mai i compiti che ha fatto per poi farglieli ricopiare e portare corretti a scuola. Questo atteggiamento lancia due messaggi sbagliati. Da un lato vi state immischiando nel rapporto di apprendimento tra vostro figlio e l’insegnante. Dall’altro fate capire a vostro figlio che non si può mai sbagliare, creando in lui una grandissima ansia. Se vostro figlio sbaglia, sarò l’insegnante a fargli capire l’errore e allo stesso tempo a fargli capire che sbagliare è umano e non la fine del mondo.
- Non fate mai i compiti al posto di vostro figlio. Quando vi sostituite a lui facendo voi i suoi compiti, vostro figlio recepisce un messaggio sbagliatissimo: “Io non sono capace e i miei genitori li fanno al posto mio”.
Al riguardo Maria Montessori ha fatto una similitudine molto significativa. Quando affrontiamo la scuola “insieme” ai nostri figli, dobbiamo essere i loro allenatori e non dobbiamo mai giocare la partita al loro posto.
Ma che significa fare gli allenatori? Non vuol dire aiutarli nelle tabelline, con i verbi o le equazioni, ma piuttosto aiutarli nella gestione dei compiti. Stimolarli alla concentrazione, aiutarli ad organizzare i loro impegni quotidiani con i compiti e anche a creare un ambiente adatto allo studio.
Aiutare i ragazzi delle scuole medie a fare i compiti
Come si fa, quindi, ad aiutare i bambini delle scuole medie a fare i compiti? Iniziate a predisporre per loro un ambiente adatto allo studio. Potete organizzare un ambiente ben strutturato per l’obiettivo, magari fuori dalla confusione della casa e dalle mille distrazioni che i ragazzi hanno a quell’età.
Iniziate a stabilire anche delle regole ben precise, come ad esempio puoi guardare la tv o giocare ai tuoi videogiochi solo quanto avrai finito i tuoi compiti. Lascia fuori dalla stanza ogni tipo di distrazione.
Niente tv, computer, tablet, smartphone e ogni dispositivo che potrebbe creare distrazioni. Cerca di non intervenire durante i compiti, anche quando lo vedi un p’ in difficoltà. Aiutalo a capire che può arrivarci da solo a risolvere il problema, che è alla sua portata.
Cerca di non metterlo sotto pressione e di non mettergli ansia. Allo stesso tempo, è molto importante stabilire degli orari. Magari i compiti devono essere fatti durante due sessioni di studio da mezzora ciascuna, con una piccola pausa nel mezzo.
Mentre lui fa i compiti, continua a fare le tue cose e non sederti accanto a lui ad osservarlo: gli metteresti solo ansia. Come detto cerca di non intervenire continuamente, se non quando ha domande precise e puntuali.
Cercate sempre di dimostrare interesse per quello che fa. Se vi parla delle ricerca che ha appena finito, ascoltatelo con entusiasmo e interesse. Quando vi mostra l’esercizio corretto dall’insegnante fatevi vedere soddisfatti e fategli capire che provate ammirazione per lui.
Quale è quindi l’approccio per aiutare i bambini durante i compiti della scuola media? Un approccio semplice, presente e allo stesso tempo distaccato. Un approccio che faccia capire a tuo figlio che te sei lì pronto per aiutarlo a trovare il metodo di studio e la sua indipendenza. Ma sarà lui a dover svolgere i compiti.
Fare i compiti della scuola media
Come detto, quando parliamo di scuola e bambini, l’organizzazione è un elemento fondamentale e che quindi non andrebbe mai lasciato al caso. Per fare questo molto spesso bisogna essere anche un po’ severi e mantenere il polso duro.
Avete deciso, ad esempio, che dalle 16 alle 17 si fanno i compiti? Deve essere sempre così e non esistono eccezioni. Capire che ci sono delle regole e degli impegni da rispettare prima di prenderne altri è importantissimo per la crescita di un bambino.
I bambini devono imparare ad autoregolarsi e noi dobbiamo aiutarli in questo percorso di crescita. Allo stesso modo dobbiamo sempre cercare di aiutarli a concentrarsi durante le ore di studio. Come detto è importantissimo trovare un luogo idoneo in cui farli studiare, lontani dalle distrazioni e dalla confusione. Sapete invece perché i bambini non vogliono studiare?