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crescere senza stereotipi di genere

Coppia cresce il figlio senza stereotipi di genere: ecco come

Oggi ti raccontiamo la storia di una coppia che ha deciso di crescere il proprio bambino senza stereotipi di genere. Se nasci maschietto devi mettere i pantaloni, vestirti di blu e mai di rosa, fare calcio e non fare danza, giocare con le macchine e non con le bambole. Mentre se nasci femmina devi vestirti di rosa, indossare gonne e cerchietti, giocare solo a giochi di cura e mai, ad esempio, a giochi di costruzione. Sia mai giocare a calcio: fai la ballerina o gioca a pallavolo.

Oggi la società sta cercando di cambiare un po’ per abbattere gli stereotipi di genere e consentire a ogni bambino e ogni persona adulta di essere chi si sente di essere. I diritti della comunità LGBTQ + passa anche dall’accettazione di ruoli non più rigidamente definiti come prima, che oggi non hanno più senso di esistere. Se il sesso è definito dalla biologia e si nasce in quel modo, l’identità di genere è tutta un’altra cosa. È quello che ci fa sentire donne o uomini a prescindere dal sesso con cui siamo nati.

Kyl Myers
Fonte foto da Instagram di drkylmyers

I bambini iniziano a mostra la loro identità di genere già a 3 anni, quando scelgono da soli giocattoli, vestiti, colori. Ma fino a 7 anni i piccoli sono imbrigliati in etichette date dalla società, che impone, in base al sesso di nascita, come vestirsi, come comportarsi, con cosa giocare, quale sport fare, quale carriera futura scegliere. Ci sono sempre più genitori stanchi di questa divisione. I bambini dovrebbero essere lasciati liberi di sperimentare, a prescindere da queste etichette che li limitano.

Kyl Myers è una sociologa specializzata in studi di genere che nel 2020, in un articolo per il Time, ha parlato della sua esperienza nell’educare il proprio figlio Zoomer, nato nel 2016, come una persona neutrale rispetto al genere. La donna, insieme al compagno Brent, non gli hanno assegnato un genere specifico, parlando al bambino con il più generico pronome loro. Fino a quando il bambino non ha scelto il suo. Un tipo di genitorialità che non elimina il genere, ma elimina tutte le violenze, le discriminazioni e gli stereotipi legati ala genere.

Zoomer
Fonte foto da Instagram di drkylmyers

Zoomer è libero di scegliere quello che preferisce. A volte indossa vestiti, altre volte pantaloni. Talvolta gioca con le bambole, altre volte con le macchinine. A 4 anni il bambino ha deciso di usare i pronomi maschili. La dottoressa ha detto di avere imparato molto da questa esperienza. Ad esempio che non bisogna scegliere colori neutri, ma dare la possibilità di scegliere tutta la tavolozza cromatica, perché i colori sono per tutti, indipendentemente dall’identità personale. Zoomer a volte sceglie il rosa, altre l’arancione, a seconda di come si sente in ogni momento.

Il bambino, inoltre, conosce perfettamente la differenza di genere, l’anatomia degli organi sessuali e tutte le identità possibili. Ovviamente si tratta di un argomento delicato e non sempre tutti comprendono le decisione di questa coppia. Ma la famiglia di Zoomer è sempre stata con lui per aiutare a capire chi fosse.