Sì mamma, hai letto bene: oggi ti riveliamo il segreto del successo in casa tua, ti diciamo finalmente come farsi ascoltare dai bambini. No, non sarà semplice e servirà tanto lavoro, ma i risultati sono garantiti.
Come farsi ascoltare dai bambini
Sicuramente è una scena che conosci molto bene, tu e e il tuo piccolo siete a casa in cucina e gli hai chiesto di prendere gentilmente qualcosa nell’altra stanza o di andare a lavarsi i denti. Forse gli hai chiesto di sistemare tutto quel disordine nella sua cameretta o magari gli hai solo chiesto di abbassare il volume della televisione che sta facendo impazzire il resto della tua famiglia. Hai posto la domanda con molta calma, in modo razionale e senza urlare. Tuttavia la risposta che ottieni non è proprio quella che volevo, o meglio non ne hai ottenuta neanche una. La risposta di tuo figlio o di tua figlia è l’assoluto nulla, resta immobile e continua a fare esattamente quello che stava facendo in precedenza. Silenzio, mutismo e immutabile mancanza di interesse nei confronti della tua domanda.
Pensi che magari era talmente preso da quello che stava facendo che non ha proprio sentito la tua richiesta, può succedere in fondo. Che cosa fai quindi? Poni nuovamente la domanda, ma stavolta alzi un pò di più la voce per scuotere il suo torpore. Sei sempre calma, ma un po’ più ferma nella domanda che gli stai ponendo. Eppure ancora nulla, non arriva risposta da parte sua. A quel punto ti arriva un’ondata incredibile di rabbia e urli. Non ce la fai e il tuo umore cambia, ti senti presa in giro e urli a più riprese il nome del bambino. Urli, urli. Ecco quindi che il bambino a seguito di queste urla magicamente riesce a sentire la tua domanda, forse resta anche leggermente seccato da tutte queste urla, ti ha mai detto “ma che bisogno c’è di urlare?” e allora tu non sai proprio più che fare.
Questa è con altissima probabilità una scena ben comune a tantissime case e famiglie. E questa tipica azione di ripetere, urlare e urlare per farsi ascoltare è fin troppo snervante. Uno stress di cui faresti volentieri a meno, in fondo vorresti solo che il bambino ti ascoltasse e facesse quello che gli viene detto.
Infatti questo non ascoltare dei più piccoli è sicuramente la frustrazione più comune tra tutti i genitori e spesso diventa un vero problema che influisce sull’umore di tutta la famiglia.
Stai tranquilla perchè si tratta di qualcosa di assolutamente normale ma anche di una situazione facilmente gestibile. Il primo passo da fare è comprendere quali siano le ragioni di questo comportamento: perchè tuo figlio non ti ascolta? Infatti molto spesso questo non è il problema vero e proprio, ma più che altro un sintomo di qualche altra cosa
Solo affrontando il problema alla base e analizzando in modo lucido e razionale i problemi che causano questo suo atteggiamento di disinteresse nei tuoi confronti potrai in primis risolvere i singoli episodi e inoltre prevenire anche dei comportamenti più gravi quando cresce come capricci, disobbedienza, maleducazione e continue afide alle autorità anche in età adolescenziale.
Perché i bambini non ascoltano?
La domanda è molto interessante. Perché tuo figlio ti ignora? Perché non puoi semplicemente dire una cosa una volta sola ma devi ripetere e ripetere ancora magari anche urlano?
Dai primi mesi dell’infanzia fino agli anni turbolenti dell’adolescenza, i bambini hanno necessità di avere sui loro genitori un grandissimo potere decisionale. Dal momento che non possono avere questo potere in modo positivo come ad esempio scegliendo liberamente la maglietta o i pantaloni da indossare, decidendo il menù della cena o imponendo gli orari in cui andare al parco, allora esercitano la loro necessità di potere in modo negativo.
Ogni bambino ha un buon controllo sia sul corpo che sulle loro modalità di comunicare: ecco dunque le lotte di potere domestiche vedono proprio l’uso di questi due strumenti come armi per imporsi.
I bambini scelgono di non ascoltare e così facendo danno una grande prova di forza e disobbedienza alle autorità del loro gruppo familiare. Questo atteggiamento è quindi espressione di una loro intima esigenza di maggiore controllo e quindi anche delle loro singole e lucide capacità decisionali per quanto riguarda gli aspetti della loro vita.
Attenzione: questo non significa che devi farli vincere. Ti consigliamo però di valutare con attenzione delle strategie pacifiche per migliorare la cooperazione e la comunicazione con i tuoi figli. Solo così potrai aumentare il livello di ascolta e dare fine a quello stressante ciclo di ripetizioni e urla.
Sei proprio sicura che tuo figlio non ti stia ascoltando?
Prima di partire alla riscossa con tante strategie di buona educazione e altro ancora per migliorare la comunicazione con i bambini, ti chiediamo di considerare meglio questa domanda: sei sicura che tuo figlio “non ascolta quando parli?”
Infatti questo potrebbe banalmente essere solo un modo esagerato con cui tu intendi dei semplici episodi sporadici in cui magari davvero il bambino non ti ha sentito. Se non è un qualcosa di cronico allora non dovresti agitarti.
Tuo figlio è stanco, affamato o non si sente bene? Oppure, c’è qualche problema di controllo più profondo che la sta causando la disconnessione come compiti particolarmente difficili? Frustrazione tra fratelli?
Non bloccare ogni arresto della comunicazione sotto l’etichetta comune di “mio figlio non ascolta mai”. Cerca e scopri cosa sta realmente succedendo, quindi puoi creare un piano d’azione per affrontare in modo specifico quel problema.
Mettiti al suo livello per farti ascoltare
Se hai esigenza di richiedere l’attenzione del bambino dovresti anche essere sicura di avere tutto quello che ti serve per conquistare la sua attenzione a partire dal cosiddetto contatto visivo. Noi ti consigliamo quindi di abbassarti e guardarlo negli occhi in modo diretto e continuo, in questo modo avrai la sicurezza che il bambino ti guarda e ti ascolta. Inoltre così facendo potrai rafforzare notevolmente la comunicazione. La vicinanza fisica tra di voi è sicuramente il modo giusto per avvicinarti a lui, evita di urlare, basta andare lì vicino e parlargli in modo calmo ma fermo mantenendo un buon contatto visivo.
Basta con i divieti
Non dare fastidio a tuo fratello. Non toccare il cane. Non prendere i giocattoli. Non schizzare l’acqua del rubinetto.
Questi sono tutti comandi negativi e quindi a livello psicologico esercitano su piccolo un effetto complesso da gestire. Mentalmente infatti si raddoppia il processo di comprensione e i piccoli rispondono a due diverse domande:
1) Cosa NON devo fare?
2) Cosa vuole che io faccia?
È un discorso che genera confusione e non sempre ha l’effetto sperato come ben sai.
Invece proprio per questa ragione è molto meglio dire a tuo figlio cosa deve fare.
Invece di “Non spruzzare l’acqua del rubinetto”, potresti dirgli di “usa l’acqua in modo delicato” o “attenzione che puoi bagnare tutto quando usi l’acqua del rubinetto”.
Invece di “Non lasciare i giocattoli in giro per casa sul pavimento”, prova con “Per favore, riponi i tuoi giocattoli nella cesta dei giochi così non si perdono e on si rompere”.
È semplice in fondo, vero?
Viva le risposte positive!
Vogliamo farti riflettere su una cosa adesso. Normalmente come reagisci quando tuo figlio di fa diecimila domande tutte insieme? Alla fine arrivi ad un punto in cui non ce la fai più e dici no a prescindere dalla richiesta.
Se sei bombardata da domande, non riesci a comprenderle e a distinguere tra le varie richieste. Il risultato è una risposta predefinita: No, non si può. No, oggi no. No, poi ci pensiamo. No. No. Ancora no.
Se dire no è la tua risposta costante, allora i bambini ovviamente non ti ascolteranno più! e importante motivare e saper dire anche sì quando è opportuno. Ecco che il piccolo sarà sorpreso da questa maggiore libertà e dal tuo ascolto. Se la risposta è no prova anche a dare una valida alternativa per non farlo restare male e fargli capire che comunque non è un no universale ma solo un no per un motivo valido. Trova comunque una risposta positiva da dargli come opzione.
E poi mamma, perché non provi ad essere più breve quando gli dici le cose?
Non c’è bisogno di un monologo di mezzora per spiegare le cose, cerca di essere concisa e magari anche un po’ divertente.