L’impareggiabile ed amatissimo attore Antonio de Curtis, in arte Totò, è stato senz’altro il più grande rappresentante della comicità italiana e napoletana di tutti i tempi. Fonte ancora oggi di ispirazione per intere generazioni di attori sia teatrali che cinematografici, verrà sempre ricordato per il suo stile semplice ed umile, capace di arrivare diritto al cuore della gente attraverso il più grande dei suoi doni: la schietta e sana risata.
Totò nasce il 15 febbraio 1898 a Napoli, precisamente nel rione Sanità. Allevato sin dalla nascita esclusivamente dalla madre, Anna Clemente; il padre invece, il nobile Giuseppe de Curtis, lo riconoscerà solo in età adulta.
Il giovane Totò manifesta molto presto la sua propensione artistica, in particolare verso la recitazione. Ama trascorrere buona parte delle sue giornate ad osservare le persone per strada e ad imitarne i diversi modi di essere.
Dopo le elementari, si trasferisce in collegio e, a causa di uno scontro con un precettore, subisce la deviazione del setto nasale. Evento destinato a delineare, in futuro, la sua caratteristica ed iconica maschera facciale.
Totò viene chiamato alle armi, ma grazie ad espedienti e furbizie varie, riesce ad evitare di partecipare a diverse missioni. Il suo rientro a casa è caratterizzato da due eventi importanti: il padre finalmente lo riconosce e sposa la madre.
Nel frattempo, la carriera da comico di Totò non vive di momenti felici. Non sono pochi, infatti, i no incontrati all’inizio del suo cammino d’attore. Fin quando, però, non incontra Giuseppe Jovinelli, proprietario del teatro Ambra Jovinelli, che decide di concedere una possibilità al giovane aspirante attore.
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Da quel momento in poi il suo successo professionale cresce: Totò si esibisce nei migliori teatri italiani diventando in poco tempo una vera icona dell’avanspettacolo italiano. Insieme al teatro, Totò inizia ad alternare anche tanto cinema: innumerevoli sono le pellicole che lo hanno visto protagonista (si parla di ben 97 film girati). Vincitore di un nastro d’argento per la recitazione in Guardie e Ladri e di un’altra serie di premi ricevuti per la sua performance in Uccellacci e Uccellini, diretto dal regista Pasolini.
Le donne e i figli di Totò
Totò amava le donne e le donne amavano Totò. Ebbe tre relazioni importanti. La prima, breve ma intensa, con Liliana Castagnola. Una relazione tormentata a causa dell’estrema gelosia di lui, che ebbe un triste e tragico epilogo: la donna si tolse la vita nel 1930. Un evento che segnò l’attore per tutta la vita e che lo spinse a chiamare sua figlia con lo stesso nome dell’amata compagna.
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Il matrimonio con la madre della figlia, Diana Bandini, termina anch’esso male con la richiesta di divorzio da parte della donna, stanca dei continui tradimenti subiti.
Infine, l’ultimo grande amore di Totò fu Franca Faldini, di oltre trent’anni più giovane. Nell’ottobre del ’54 la giovane diede al mondo il loro piccolo, Massenzio, che purtroppo morì poche ore dopo la nascita. Fu questo un altro evento che segnò tantissimo la vita di Totò.
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Il rapporto fra i Franca e Totò conobbe scontri e numerosi alti e bassi, ma i due restarono insieme, con amore e rispetto, fino alla morte di lui, avvenuta per infarto nel 1967. Le ultime parole del “principe della risata” furono pronunciate in dialetto e dedicate proprio alla sua Franca:
T’aggio voluto assai bene Franca.Proprio assai.
È notizia di soli pochi giorni fa la scomparsa della primogenita di Totò, Liliana, scrittrice ed attrice teatrale.
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