Cos’è la gravidanza biochimica? Stiamo parlando di una condizione che può manifestarsi intorno alla quarta o quinta settimana dal concepimento. È un aborto spontaneo molto precoce per il quale il test di gravidanza dà esito positivo, perché all’inizio si possono rilevare livelli dell’ormone gonadotropina corionica, i beta-hCG). Ma in seguito l’ecografia non rileva l’embrione o la camera gestazionale nel grembo della donna.
Il concepimento è avvenuto, ma l’embrione non ha continuato a svilupparsi dopo l’impianto nelle pareti dell’utero. La gestazione di fatto si interrompe a poche settimane dal suo inizio, anche se l’organismo continua a produrre la gonadotropina corionica umana (beta-hCG). La condizione, purtroppo molto frequente, si manifesta poi con la comparsa delle mestruazioni.
Talvolta le donne nemmeno si accorgono dell’avvenuto concepimento, perché la gravidanza ha una durata così breve da non rendersi conto di quanto è accaduto nel proprio organismo. L’arrivo delle mestruazioni conferma poi che, purtroppo, la gravidanza non proseguirà, ma non sarà necessario un trattamento farmacologico o chirurgico, come ad esempio il raschiamento, proprio perché l’interruzione è avvenuta così precocemente.
Gravidanza biochimica, valori Beta HCG
La gravidanza biochimica, chiamata anche aborto biochimico o micro-aborto, indica proprio l’interruzione dello sviluppo dell’embrione. I valori degli ormoni Beta hCG danno esito positivo con qualunque test di gravidanza (anche quelli che si comprano in farmacia), perché il corpo della donna li ha prodotti, ma il loro valore pian piano diminuirà. Servirà poi un esame ecografico per valutare il corretto sviluppo dell’embrione o, purtroppo, l’aborto biochimico.
Tra i fattori di rischio ricordiamo:
- anomalie genetiche della cellula uovo o degli spermatozoi
- malformazioni dell’utero
- anomalie cromosomiche
- difetti nell’impianto
- stile di vita non sano
- assunzione di droghe o alcolici
- tabagismo
- sovrappeso
- eccessiva magrezza
- stress
- infezioni
- elevata età materna e paterna
Gravidanza biochimica e dolori
Come sottolineato in precedenza, non sempre la donna si accorge della gravidanza avviata, ma che si è interrotta così rapidamente. Anche perché nella maggior parte dei casi la gravidanza biochimica non dà sintomi particolarmente rilevabili e percettibili. I sintomi dell’aborto precoce sono gli stessi di un normale ciclo mestruale ed è per questo che non ci si rende conto di questa gestazione così limitata nel tempo.
In altri casi, invece, possiamo notare segnali più o meno comuni, che possono presentarsi da soli o insieme, con intensità più o meno grave:
- ritardo del ciclo
- flusso mestruale più abbondante del solito
- coaguli nel flusso mestruale
- perdita ematica di colore rosso intenso
- dolori addominali
- lievi contrazioni uterine
- mal di schiena
Se si sospetta una gravidanza biochimica, bisogna ovviamente parlarne con il medico ginecologo, che consiglierà una visita approfondita e anche alcuni esami specifici. Oltre al test delle urine, che indica l’effettivo avvio di una gravidanza, anche un’ecografia potrebbe aiutare a capire che il concepimento è avvenuto, ma non è andato avanti come si sperava.
Bisogna intervenire dopo una gravidanza biochimica?
Come già detto in precedenza, non c’è bisogno di un trattamento farmacologico o chirurgico. Non dobbiamo preoccuparci di possibili conseguenze sulla fertilità femminile, perché questo non avviene e la coppia può provare fin da subito d avere un bambino. Gli esperti consigliano di chiedere al proprio medico curante, l’unico che può decidere per la nostra salute.
Meglio non sottovalutare, però, le conseguenze psicologiche nelle donne che da tempo cercano di coronare il proprio sogno o seguono un percorso di procreazione medicalmente assistita.