Sono già diverse le scuole che hanno adottato il progetto sperimentale Modi, che sta per “Migliorare l’organizzazione didattica”. Questo metodo prevede alcune innovazioni rispetto al passato volto a incentivare e stimolare sempre di più i giovani studenti. Non tutti però sono d’accordo con questa tipologia didattica, soprattutto per la parte che prevede di non lasciare compiti per casa.
Niente compiti a casa: il metodo arriva dalla scuola finlandese
Già da diverso tempo si affronta l’argomento dei compiti a casa. Sia gli insegnanti stessi che le famiglie si interrogano sulla vera utilità di fare ulteriori esercizi fuori dalla scuola. Gran parte della programmazione italiana è tuttora ancora a questa metodologia ed i compiti a casa rientrano nel normale e comune insegnamento.
Ma sempre più spesso negli ultimi anni diverse scuole stanno sposando il metodo Modi che si ispira alla scuola finlandese. Ed in questo i compiti non rientrano assolutamente nell’insegnamento didattico. Infatti i docenti che si avvicinano a questo progetto puntano a far studiare gli studenti soprattutto a scuola, evitando di caricarli ulteriormente anche a casa.
Il metodo Modi divide l’opinione pubblica
In merito a questo nuovo modo di affrontare la scuola, troviamo due correnti di pensiero: ci sono i più fervidi sostenitori e ci sono invece coloro che non condividono assolutamente questo progetto. Tra quelli a cui non piace il metodo Modi la tesi più comune che avvalora il loro pensiero c’è quello di tenere le menti dei giovani studenti sempre allenate. Non lasciando compiti a casa invece si tende ad appiattire le loro conoscenze.
Di contro invece, coloro che sostengono il metodo Modi spiegano che è proprio lasciando tempo libero ai ragazzi che si potrà ottenere il massimo da loro. Una insegnante che si è avvicinata a questo progetto, Caterina Cassese, ad esempio propone la lettura di libri invece dei compiti a casa.
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