Il lavaggio delle mani è una procedura fondamentale per la prevenzione delle infezioni. L’Organizzazione Mondiale della Salute afferma che “l’igiene delle mani riguarda qualsiasi operatore sanitario, caregiver o persona coinvolta nella cura del paziente”; pertanto in questo articolo ci occuperemo di descrivere tale procedura, con l’obiettivo di aiutare tutte le mamme nella cura e nell’educazione del proprio bambino ad una corretta igiene.
Sebbene la procedura del lavaggio delle mani sia destinata strettamente all’ambito sanitario, ricordiamoci che esistono anche realtà in cui è necessaria, o anche solo preferibile, un’assistenza di tipo domiciliare, dove non conta solo la preparazione e l’operato dell’infermiere pediatrico, ma anche la collaborazione del genitore; ed è per tale motivo che i genitori devono essere coinvolti, informati e formati affinché l’assistenza al bambino sia continua e adeguata alla sue esigenze.
Perché è importante lavare le mani?
Le mani rappresentano il principale mezzo di contatto, lo strumento che ci consente di toccare gli oggetti, le persone, che ci permette di svolgere tutte le attività volte al soddisfacimento dei bisogni quotidiani. La flora microbica che la mano raccoglie durante il lavoro, si annida tra le squame più superficiali della cute, nelle unghie, anche in quelle finte, costituendo la principale fonte di trasmissione delle infezioni.
In ambito sanitario, il lavaggio delle mani è il primo atto che ogni operatore assistenziale deve compiere all’inizio di ogni turno di servizio e l’ultimo prima di lasciare il reparto. Esso deve avvenire nell’apposito lavandino con rubinetto a gomito o a pedale; nel caso di rubinetti a manopola bisogna utilizzare la carta per aprirli e chiuderli.
I prodotti utilizzati per il lavaggio delle mani possono essere detergenti che favoriscono l’allontanamento meccanico della flora transitoria, oppure antisettici per ottenere un effetto antimicrobico. Le sostanze liquide sono certamente le più idonee perché contenute in appositi erogatori difficilmente inquinabili. Affinché la detersione risulti efficace, colui che assiste il paziente, deve ricordare che: le unghie vanno tenute corte e pulite, sono sconsigliate quelle finte e lo smalto, le cui sbeccature e graffi che si formano sulla superficie costituiscono un pericolo per i piccoli pazienti per lo stesso assistente (infermiere, oss, genitore ecc.).
Come si lavano le mani?
Il lavaggio deve protrarsi sempre oltre il polso, ragion per cui, si consiglia di indossare abiti a manica corta o con le maniche arrotolate fino al gomito. Il motto anglosassone è: “Bare below the elbows” (nudi al di sotto del gomito); non sono ammessi gioielli perché su di essi possono depositarsi microrganismi potenzialmente patogeni.
Al termine del lavaggio, le mani vanno asciugate bene con carta assorbente, tamponando con particolare riguardo negli spazi interdigitali, sebbene l’ideale resta il getto d’aria calda. Sono banditi asciugamani di cotone/tela o altro materiale perché, essendo umidi, costituiscono un ottimo terreno di coltura per i microbi.
Esistono 3 tipi di lavaggio, da adottare a seconda del tipo di manovra assistenziale che si deve fornire al paziente; sono:
Lavaggio sociale delle mani
Questo tipo di lavaggio va eseguito per tutte quelle procedure che non prevedono il mantenimento della sterilità (es. preparazione farmaci per la terapia, preparazione e distribuzione degli alimenti, prelievo ematico).
Il lavaggio sociale delle mani va eseguito in questo modo: aprire il rubinetto con la mano, il gomito o il piede; versare acqua tiepida sulle mani e sui polsi; applicare un po’ di sapone sul palmo della mano e distribuirlo uniformemente sulle mani e sui polsi; fare attenzione agli spazi interdigitali che devono essere adeguatamente lavati; bisogna insaponare per almeno 15 secondi poi sciacquare le mani abbondantemente; infine, potete asciugare le mani (tamponando e non strofinando) usando asciugamani monouso; usare il gomito o un lembo dell’asciugamano per chiudere il rubinetto dell’acqua; La durata consigliata del lavaggio sociale è di 20 fino ai 40 secondi.
Lavaggio antisettico delle mani
Il lavaggio antisettico è un tipo di lavaggio che viene effettuato in caso di manovre invasive, che prevedono il contatto con le mucose del paziente e, in generale, in tutti quei casi previsti da specifici protocolli (es. cateterismo, alcune medicazioni, emocoltura ecc).
A differenza del lavaggio sociale, in quello antisettico bisogna utilizzare delle soluzioni disinfettanti specifiche, per l’appunto antisettiche o alcoliche, che non allontanano semplicemente lo sporco, ma disinfettano la cute (es. clorexidina). Nel lavaggio antisettico, dopo aver aperto il rubinetto (con la mano, gomito o piede) e applicato la soluzione disinfettante (seguendo le istruzioni del prodotto), si procede frizionando vigorosamente per 15-30 secondi i polsi, gli spazi interdigitali e i palmi di entrambe le mani con sapone antisettico; dopodiché sciacquare accuratamente con acqua corrente; asciugare prima le dita e poi i polsi con salviette monouso in tela o carta assorbente; chiudere il rubinetto dell’acqua con il gomito, oppure se è manuale con un lembo dell’asciugamano utilizzato. Questo tipo di lavaggio deve durare di più rispetto a quello sociale, per cui il tempo previsto è pari 40/60 secondi.
Lavaggio chirurgico delle mani
Questo tipo di lavaggio viene eseguito prima di un’operazione chirurgica, da parte di chi opera e di tutti quelli assistono il paziente in sala operatoria. Tale lavaggio prevede l’utilizzo di un sapone antisettico, oppure la frizione con prodotti a base alcolica con effetto a lunga durata; a seguito del lavaggio chirurgico vanno sempre indossati i guanti sterili. Durante questo lavaggio è necessario strofinare bene mani, avambracci e unghie (con apposita spazzola sterile), per una durata di tempo raccomandata dal produttore della sostanza disinfettate che si sta utilizzando (di solito 2-5 minuti).
Quando si devono lavare le mani?
Il lavaggio delle mani è una procedura che ci consente di proteggere il piccolo paziente dall’ambiente circostante, da noi (che lo assistiamo), e di proteggere noi stessi quando veniamo in contatto con l’ambiente ed il paziente stesso; pertanto va eseguita spesso e anche in caso di utilizzo dei guanti. Vediamo insieme quali sono i momenti in cui è opportuno lavare le mani:
- all’inizio e alla fine di ogni turno (infermiere pediatrico);
- prima e dopo la distribuzione degli alimenti;
- prima e dopo l’uso dei servizi igienici;
- prima e dopo il rifacimento del letto;
- prima e dopo ogni contatto con il paziente;
- prima e dopo l’uso dei guanti;
- prima e dopo la somministrazione di terapie;
- prima di manipolare dispositivi invasivi per l’assistenza del paziente, sia che si indossino o meno i guanti;
- dopo il contatto con i fluidi biologici (sangue, sostanze drenanti), escreti (sostanze eliminate dal corpo all’esterno, come urine, feci, saliva, sudore) le mucose, la cute non integra e le medicazioni;
- spostandosi, durante l’assistenza, da un sito contaminato (punto infetto, sporco) ad uno pulito del corpo dell’assistito;
- prima e dopo il contatto con gli oggetti vicini al paziente.
L’igiene delle mani, secondo molti studi scientifici e infermieristici, rappresenta il primo e il più efficace mezzo di prevenzione e protezione; ed è per questo che è importante che tutti gli operatori sanitari, e tutti coloro coinvolti nella cura del paziente, osservino rigorosamente tale procedura.