Avere un figlio è qualcosa di fantastico, che accresce l’anima e il cuore prima di tutto il resto. Insomma, un’esperienza unica che ogni mamma può raccontare ed esprimere. Di fatto, però, è fonte anche di molti sacrifici, oltre che di tante gioie, come quello dell’allattamento, specialmente se notturno.
Quando si parla di avere un figlio, una donna che lo ha già avuto sicuramente avrà da raccontarne. Tra mamme, si sa, ci si capisce sempre un po’ di più. Si riesce a comunicare esprimendo non solo le sensazioni pratiche, ma anche quelle psicologiche e sentimentali che fanno spesso il 90% del lavoro.
Tra le varie cose di cui si discute, c’è quasi sempre l’allattamento al seno, che è un’esperienza tanto bella quanto faticosa. Infatti, ci vuole una certa astuzia per farlo avvenire con i tempi e le modalità più veloci e favorevoli non solo per il piccolo, ma anche e sopratutto per la mamma. Risulta davvero molto faticoso quando si tratta di momenti notturni, che lasciano spesso molta angoscia, sopratutto quando il piccolo non vuole attaccarsi e non si vede l’ora di tornare a dormire.
Nessuno può capire quanta fatica costi il doversi alzare tutte le notti più volte, non riuscendo a fare un sonno continuo ormai da molti mesi, doversi spogliare e iniziare a trovare la posizione giusta, il seno preferito, l’attimo perfetto. Solo un’altra mamma può capire quanto sia dura dover cercare di recuperare, tra una poppata e l’altra, magari allattando da semi allungare, un quarto d’ora di sonno per avere le forze di alzarsi il giorno dopo ed affrontare la giornata che sta per arrivare.
Alla fine della storia, però, pare che una mamma riesca a fare sempre tutto. Pare che riesca a stare sveglia ore ed ore cercando di far fare sogni sereni al suo piccolo e ad alzarsi la mattina sempre arzilla e pimpante. Pare che riesca a fare anche 3 o 4 poppate a notte e a svegliarsi alle 7 per preparare la colazione a tutta la famiglia. Ma queste sensazioni, queste fatiche e queste angosce miste a tanta soddisfazione solo un’altra mamma può comprenderle.