I giochi inclusivi per bambini sono una manna dal cielo, per rappresentare davvero tutti i piccoli giocatori. Da qualche tempo sul mercato sono arrivate bambole e bambolotti con fattezze che rappresentano anche diverse nazionalità e anche disabilità. Come ha sottolineato la mamma di una bambina con Sindrome di Down, che è felice che sua figlia possa giocare con dei giochi inclusivi.
Lindsay Filcik è la mamma di Ivy, una bimba con Sindrome di Down, che ha sottolineato quanto sia importante per i bambini con disabilità essere rappresentati dai giochi che vengono venduti sul mercato. Ivy, ad esempio, è felice di avere una bambola che l’assomiglia.
I piccoli con disabilità devono vivere in un mondo più inclusivo, che li accolga e li faccia sentire amati, parte di questa società, combattendo stereotipi e pregiudizi che purtroppo sono ancora duri a morire. Ma per fortuna dall’industria dedicata proprio ai giocattoli per bambini arriva un segnale positivo. Come esistono Barbie che oggi rappresentano tutte le bambine del mondo, lo stesso vale per altre bambole e bambolotti, che raccontano anche la disabilità.
Che si tratti della propria origine, del colore della pelle, della conformazione del fisico o della disabilità, oggi i giochi riescono a rappresentare davvero tutti. Come dimostra questa bambina con sindrome di Down che sembra apprezzare molto la sua bambola, che la fa sentire normale e non diversa come potrebbero fare altri giochi.
Sul suo profilo Instagram, la mamma di Ivy ha sottolineato l’importanza per i bambini con disabilità di avere giocattoli con cui giocare che li rappresentino. Una novità degli ultimi anni, visto che prima non era così. Perché la rappresentazione conta e la foto di Ivy felice con la sua bambola ne è la dimostrazione lampante.
Ogni essere umano merita di vedere qualcuno che gli assomigli in film, libri, pubblicità e giocattoli. Purtroppo, per troppo tempo, non è stato così. Persone di tutte le razze, abilità, corporature, generi, religioni, ecc. devono essere rappresentati in ciò che vediamo, leggiamo e giochiamo. Stiamo vedendo i passaggi per porre rimedio a questo problema nei media di recente e lo apprezzo! La rappresentazione conta!
Queste le parole di Lindsay Filcik, che poi aggiunge:
Immagina di essere un bambino con una disabilità e tutto ciò che vedi sono bambini normali e sani. Che messaggio ti manda su di te? Che sei “anormale”. Che non sei degno di essere mostrato al mondo. So che stai leggendo questo restringimento interiore, perché ovviamente nessun bambino dovrebbe sentirsi così. La mancanza di rappresentanza danneggia anche i bambini che sono rappresentati. Crescono con la percezione incredibilmente distorta che tutti assomiglino a loro. E chi non lo fa non è “normale” e dovrebbe essere temuto. Amici miei, questo è il modo in cui il razzismo e l’abilità possono perpetuarsi nei nostri figli senza che ce ne accorgiamo. La rappresentanza conta!
Guardare queste bambine che giocano con una bambola che le assomiglia dà loro forza e coraggio, perché possono immaginare con la loro fantasia e con un gioco di ruolo come sarà la loro vita quando saranno grandi. Il post della mamma è stato accolto con entusiasmo da tanti genitori, di bambini disabili e non:
Diversi genitori di bambini che non hanno disabilità mi hanno detto che stanno aggiungendo una bambola con disabilità alle liste di Natale dei loro figli. Non ci avevano mai pensato prima.
Sicuramente una sensibilità maggiore è utile, affinché nessun bambino si senta mai escluso e possa crescere serenamente.