I presidi di solito si scagliano contro l’abbigliamento degli studenti, talvolta ritenuto non troppo consono per il luogo in cui si trovano quando studiano. Soprattutto in estate, i colpevoli sono shorts, minigonne, ciabatte, infradito, canottiere. A volte, invece, i direttori scolastici se la prendono con i genitori. Come nel caso delle mamme che vanno a prendere i figli vestite in modo non adeguato, secondo la scuola, che le rimprovera. E scatta la polemica.
Siamo in Messico e qui una scuola ha fatto discutere per la decisione edi rimproverare le mamme che accompagnano i bambini a scuola, perché, a suo dire, queste donne non si vestivano in modo adeguato. La scuola di Coahuila, uno dei trentuno stati del Messico situato nella parte settentrionale del paese al confine con il Texas, negli Stati Uniti d’America, ha messo un cartello sul cancello d’ingresso dell’istituto scolastico. Un cartello rivolto alle mamme degli studenti:
Attenzione, signore mamme di famiglia. Vi chiediamo di venire a prendere i vostri figli indossando abiti consoni e adeguati a questo istituto scolastico. Niente pantaloncini corti, niente minigonne, no a top scollati, no a top con le spalline o trasparenti. Evitiamo una mancanza di rispetto non necessaria.
La scuola ha deciso di inviare alle mamme dei ragazzi che frequentano l’istituto un messaggio chiaro e forte. Non possono fraintendere le parole scritte sul cartello. Le donne, però, si sono un po’ risentite. Hanno deciso di pubblicare la foto dell’avviso sul web, facendolo diventare virale in breve tempo.
Gli utenti della rete si sono suddivisi tra chi è d’accordo con le mamme infuriate per il messaggio e chi, invece, ha trovato giusto il messaggio, sostenendo che la scuola sta cercando di essere coerente con i valori che insegna ai ragazzi. E che anche i genitori dovrebbero seguire.
I favorevoli al cartello sostengono che ci sono ancora persone che non sanno comportarsi a modo in ogni luogo in cui si trovano. Mentre i contrari, dicono che ognuno è libero di vestirsi come vuole.
Tu che ne pensi, invece?