Quando parliamo di otite, parliamo di tutti i processi dolorosi a carico delle orecchie. Per affrontare questo argomento è opportuno però distinguere tra le varie tipologie di otite, anche perché non tutte le problematiche possono ritenersi meritevoli di un particolare approfondimento diagnostico. Questo genere di patologia è molto frequente soprattutto nei bambini. Deriva quasi sempre da una scorretta igiene delle orecchie, soprattutto nei casi in cui l’acqua ristagna per troppo tempo all’interno del canale auricolare. Ma sappiamo davvero come affrontare questa patologia? Ecco un po’ di informazioni utili e mediche su questa malattia e anche alcuni consigli per affrontarla nel mondo giusto.
Cenni di anatomia e fisiologia dell’orecchio
Orecchio interno
Le nostre orecchie sono divise in tre diverse strutture: l’orecchio interno, l’orecchio esterno e l’orecchio medio. Per parlare di orecchio interno è opportuno fare riferimento al labirinto osseo. Si tratta di una struttura formata da alcune cavità che fungono da contenitore del labirinto membranoso, che a sua volta è formato da una serie di cavita sacculari membranose comunicanti e di dotti. All’interno del labirinto osseo c’è la perilinfa, mentre in quello membranoso c’è l’endolinfa.
Si tratta dunque di due diversi sistemi di labirinti concentrici che a loro volta definiscono due strutture diverse. La coclea, che è la struttura contenente l’organo dell’udito e il vestibolo, al cui interno si trova invece l’organo dell’equilibrio. L’otricolo, i canali semicircolari e il sacculo sono le diverse strutture che definiscono la porzione membranosa del vestibolo.
La coclea ha invece la forma di una conchiglia e al suo interno si divide in due differenze spazi. In uno di questi, il dotto cocleare, circola l’endolinfa, mentre nell’altro c’è la perilinfa. È proprio alla base del dotto cocleare che poggia l’organo di Corti, che altro non è che il vero organo dell’udito. Anche questo organo ha una forma a spirale, essendo formato da tre fili di cellule ciliate. Le stereocilia di questi meccanocettori si muovo grazie alle vibrazioni sonore. Questo movimento si trasforma in impulsi elettrochimici che la corteccia temporale traduce in suoni. Entrando nel dettaglio, è importante sapere che il movimento delle stereocilia permette l’ingresso del potassio nella cellula, con la conseguente depolarizzazione.
Orecchio esterno
L’orecchio esterno e il condotto uditivo esterno altro non sono che strutture cartilaginose che sono coperte dalla cute. La forma del condotto uditivo esterno è tortuosa e forma di S. La terminazione di questa struttura è la membrana del timpano, che a sua volta è formata da due strati epiteliali (uno squamoso e l’altro prismatico), che sono divisi da uno strato di tessuto fibroso denso. Alle estremità, questo tessuto dà origine ad una forma ad anello ispessito che si lega ad uno dei solchi dell’osso temporale. Questo anello non è completo superiormente. Qui ci sono delle piccole pieghe che contengono il processo corto del martello. Quale è quindi la funzione di questa parte dell’orecchio? L’orecchio esterno deve amplificare e convogliare i suoni che arrivano.
Orecchio medio
In ultimo parliamo dell’orecchio medio, che si presenta come una cavità dell’osso temporale rivestito da uno strato di mucosa. Nella parte posteriore dell’orecchio medio si trova il processo mastoideo. È questa una struttura che abbiamo fin dalla nascita. Nella parte laterale c’è invece la membrana del timpano, mentre in quella anteriore troviamo la Tromba di Eustachio. La funzione di questa tromba è quella di connetterlo al rinofaringe. Si definisce così un passaggio aereo con una funzione importantissima: crea equilibrio tra la pressione che c’è nei due diversi lati della membrana del timpano. Questa membrana si collega alla finestra ovale tramite una catena di ossicini: la staffa, l’incudine e il martello. Quale è la funzione dell’orecchio medio? La funzione è quella di rendere più facile la trasduzione delle vibrazioni sonore verso l’orecchio interno.
Otite esterna
Essendoci tre diverse strutture dell’orecchio, esistono anche tre diverse tipologie di otite: quella esterna, quella media e quella interna. Iniziamo dall’otite media, conosciuta anche con il termine otite del nuotatore. Si tratta di un’infiammazione dell’orecchio esterno che può essere sia cronica che acuta. Questo tipo di infiammazione riguarda quasi sempre la zona dell’epitelio che rivesta il condotto uditivo esterno. In casi più rari, quest’infiammazione arriva anche più in profondità. Nella maggior parte dei casi gli agenti patogeni colpevoli di questa patologia sono virus e batteri, soprattutto i cosiddetti virus erpetici.
L’otite esterna come detto può essere sia acuta che cronica. Quella acuta è frequente nei bambini e spesso causa anche otiti medie purulente. Le cause sono soprattutto da ricerca in fattori esterni. Tra questi i principali sono il freddo, la secchezza del canale auricolare, la presenza di troppo cerume accumulato e anche l’umidità. Per quanto riguarda l’otite esterna cronica, invece, i soggetti più colpiti sono gli immunodepressi, quelli con gravi mancanze di vitamine e anche i diabetici.
Come si manifesta questa infezione? Il primissimo sintomo è il forte prurito che con l’acutizzarsi dell’infezione si trasforma in un doloro di diversa intensità. Il dolore diventa più forte quando mastichiamo o quando ci tocchiamo l’orecchio. Per la diagnosi di solito i medici utilizzano un esame di otoscopia che serve a rilevare l’eventuale presenza di edema e iperemie. Per la terapia invece dobbiamo capire la causa dell’infezione. Si può assumere antibiotici, qualora ci fosse un’origine batterica, antivirali con un’origine virale e medicinali per il dolore.
Otite media
L’otite media riguarda invece la struttura dell’orecchio medio. Anche in questo caso siamo di fronte ad un’infiammazione che può essere originata da infezioni di tipo virali o batteriche. Queste infezioni nascono nel nasofaringe per poi diffondersi verso le trombe di Eustachio. Le trombe di Eustachio si possono ostruire anche quando c’è un repentino cambio di pressione. Avete presente la sensazione di orecchie tappate quando siete in volo o sott’acqua? In questo non c’è infezione, ma solo ostruzione. Ma che sia infettiva o no, questa ostruzione provoca l’assorbimento dell’aria nell’orecchio medio tramite la mucosa, con la conseguente pressione negativa che può causare anche sanguinamento e che si traduce nella cosiddetta otite media sierosa acuta.
Non molti lo sanno, ma questo tipo di otite va diagnostica e trattata per tempo, perché se trascurata può provocare la perdita di udito. I sintomi di questa patologia in genere sono febbre, mal di gola, naso chiuso e tosse. Nel caso di batteri patogeni che entrano dentro le Trombe di Eustachio si parla invece di otite suppurativa. Questi batteri si accumulano nell’orecchio medio e in seguito alla perforazione del timpano arrivano all’orecchio. Nei bambini i sintomi più importanti sono febbre, irritabilità, diarrea e il rifiuto del cibo. Per diagnosticare questo disturbo occorrono esami otoscopici.
In ultimo parliamo dell’infiammazione cronica della mucosa, causata dalle infezioni che non sono state curate. La conseguenza più grave di questo tipo di otite è la distruzione del periostio che ha la funzione di ricoprire gli ossicini. In genere questa tipologia di otite si manifesta nelle persone che da piccoli hanno avuto otiti recidivanti e di conseguenza un arresto dello sviluppo delle celle del processo mastoideo. Per diagnosticare questa infiammazioni i medici utilizzano diversi test:
- Visita con l’otoscopio (la più frequente)
- La timpanogramma: un esame che deve valutare la funzionalità della tuba di Eustachio e la presenza di liquido/muco nell’orecchio medio.
- La Timpanometria: un esame che ha il compito di valutare il movimento del timpano e la pressione all’interno dell’orecchio medio.
- TC.
- L’esame audiometrico.
Anche la terapia dipende dalla causa che ha scatenato l’otite. Si passa da antibiotici per le infezioni batteriche agli antivirali nel caso di virus. Il tutto accompagnato da medicinali prescritti dal medico per combattere il dolore e diminuire l’infiammazione.
Mastoidite
Parliamo adesso della Mastoidite, un’altra delle infiammazioni che interessano il condotto uditivo. Prima della scoperta degli antibiotici, le infiammazioni che interessavano le l’orecchio medio andavano a colpire anche le cellule del processo mastoideo. Il pus andava quindi a distruggere le pareti di questa struttura, con la conseguente comparsa della mastoidite cronica e acuta. Le complicanze di questa infiammazione possono essere molto gravi. Si può originare una meningite, un ascesso profondo cervicale o sottoperiosteo. Inoltre può subentrare anche una tromboflebite del seno sigmoideo o un ascesso cerebrale, subdurale o epidurale. Anche in questo caso la tempestività della diagnosi è di fondamentale importanza, con la conseguente prescrizione del medico di una terapia antinfiammatoria o antibiotica.
Otite interna (o labirintite)
In ultimo parliamo dell’otite interna, conosciuta anche con il termine labirintite. Questa definizione deriva dal fatto che l’infiammazione va a colpire una piccola porzione auricolare interna, chiamata appunto labirinto. Questa struttura ha il compito di assicurare l’equilibrio e di ascoltare i suoni. Le cause principale dell’otite interna sono da legarsi all’intervento di agenti infettivi. Uno dei virus che può causare questa patologia è il virus della Rosolia che insieme al Citomegalovirus può portare alla sordità neurosensoriale congenita, che in moltissimi casi è bilaterale. La sordità neurosensoriale ha tra le cause principali, nell’ambito delle labirintite post-nati, il virus della parotite. Ma non solo, perché ci sono altri virus che possono cause l’otite interna con la conseguente perdita delle cellule dell’organo del Corti. Tra questi più importanti sono adenovirus, herpesvirus, virus parainfluenzali e influenzali e anche il virus di Epstein-Barr.
Menzione a parte meritano le labirintite tossiche. Tra queste le più frequenti sono la clorochina, la talidomide e quella da chinino. Anche in questi casi la conseguenza è la sordità congenita, soprattutto perché rende molto suscettibile il labirinto dell’embrione. La sordità temporanea può essere anche causata dalla labirintite cisplatino. Un caso a parte è invece quella da aminoglicosidi. In questo caso è la mutazione del DNA mitocondriale che causa la suscettibilità per via materna, con la conseguenza di un danno irreversibile alle cellule sensoriali del vestibolo.
Come si manifesta l’otite interna? Il sintomo più importante è rappresentato dalle vertigini. Insieme alle vertigini ci sono altri sintomi comuni, come ad esempio i fischi alle orecchie, uno stato di confusione e ansia, mal di stomaco e nausea, giramenti di testa e anche pallore e ovviamente difficoltà a restare in equilibrio. I dati di questa malattia definiscono conseguenze spiacevoli dovute soprattutto alla sintomatologia, come ad esempio gli attacchi di panico e la depressione. Per la diagnosi della malattia ci sono vari test, tra i quali ricordiamo:
- Test di coltura batterica.
- Elettronistagmografia, un teste che esegue la registrazione elettronica dei movimento dei globi oculari.
- Test della risposta uditiva del tronco-encefalico;
- MRI (anche RMN, tomografia a risonanza magnetica nucleare).
- TAC.
Come si cura l’otite interna? Anche in questo caso, prima di decidere la terapia, il medico deve cercare e capire le cause dell’otite e la gravità dei sintomi. Il medico può prescrivere una cura antivirale nel caso di infezione da virus o una cura antibiotica quando l’otite è causata da agenti batterici. Inoltre si prescrivono anche farmaci antiemetici per aiutare il soggetto a combattere le sensazioni di vertigine e nausea, oppure dei farmaci anticolinergici che aiutano a ritrovare un senso di tranquillità. Pe concludere, è opportuno dire che in alcuni casi la terapia farmacologica può non essere sufficiente per combattere l’otite. In questi casi si deve procedere con un intervento chirurgico, allo scopo di sistemare e correggere i danni all’orecchio.