L’ obesità infantile è una condizione dilagante nella società moderna, soprattutto nei paesi industrializzati, dove il benessere economico incide in maniera notevole, e non sempre positiva, sulle abitudini alimentari e sullo stile di vita in senso ampio.
L’obesità infantile viene considerata come una vera e propria epidemia del terzo millennio, che aumenta sempre di più con dati allarmanti; in Italia, secondo i recenti dati ISTAT, circa il 24% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni di età è in sovrappeso, il 12% obeso. La causa principale è da ricercare nel consumo eccessivo dei cosiddetti “cibi spazzatura”, prodotti a basso costo ricchi di grassi, zuccheri, conservanti alimentari artificiali, che incidono negativamente sulla salute.
Abbiamo già trattato il tema dell’obesità nei nostri articoli, così come abbiamo già fornito numerose informazioni e indicazioni alimentari nell’articolo la corretta alimentazione del bambino; tuttavia riteniamo opportuno approfondire ulteriormente l’argomento per sottolineare l’importanza di non sottovalutare tale condizione sempre più diffusa in età pediatrica, che rappresenta un grave fattore di rischio nello sviluppo di altre patologie (diabete, patologie cardiovascolari, problemi respiratori, asma ecc.).
Prevenire è importante
L’obesità infantile è un problema di grande importanza sociale, tale fenomeno è stato denunciato più volete dai nutrizionisti italiani, i quali hanno sottolineato che l’obesità colpisce un bambino su 4 ed è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo, ovvero: si introducono più calorie di quante se ne consumano, in relazione anche allo stile di vita sedentario che caratterizza la nostra epoca.
Diagnosticare l’obesità nel bambino è più complesso rispetto all’adulto, il cui peso ideale è calcolato in base al BMI (indice di massa corporea); mentre, nel bambino sono tanti i fattori che devono essere considerati, dato il suo continuo sviluppo nel tempo (età, sesso, costituzione corporea, altezza, timing puberale, fattori genetici). Pertanto, si definisce obeso, un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale, in sovrappeso se supera del 10-20%, oppure quando il su BMI è maggiore del previsto. Il peso rientra nei parametri che vengono considerati per valutare il grado di crescita ponderale del bambino (per approfondire leggi l’articolo sul deficit di GH), per cui, come per gli altri parametri, vengono utilizzate delle tabelle di valutazione in percentili e, la crescita, nella norma, si pone al 50° percentile, valori diversi sono indice di condizioni da sottoporre ad un approfondimento diagnostico.
Prima di descrivere gli atteggiamenti di prevenzione, chiediamoci: perché è importante prevenire?
Il Rapporto OCSE del 2010 evidenzia l’importanza della prevenzione in qualità di strumento efficace per la lotta contro l’obesità; la prevenzione nelle varie fasi dell’età evolutiva, quindi soprattutto durante l’infanzia, potrebbe comportare un grande guadagno in termini di salute e anche in termini di risparmio della spesa sanitaria, perché ricordiamoci che un bambino sano rappresenta un adulto sano in futuro!
Tant’è vero che, in Italia, una strategia simile costerebbe al governo circa 17 euro a persona, e potrebbe salvare circa 150 mila vite l’anno; tutte persone che muoiono a causa delle complicanze legate all’obesità (diabete, malattie cardiovascolari, tumori).
In base a quanto esposto, non possiamo negare l’importanza della prevenzione. Sono tre i punti focali della giusta prevenzione, quali:
- correggere le abitudini di vita sbagliate fin da piccoli;
- educare i ragazzi ad una cultura di vita sana;
- supportare i bambini obesi, correggendo le abitudini sbagliate, quali alimentazione e sedentarietà, contribuendo alla crescita di ragazzi sani e consapevoli.
Per prevenire l’obesità infantile, Il Ministero della Salute ha attivato un progetto di sorveglianza sanitaria nominato OKkio alla salute; tale sistema prevede la collaborazione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, delle Regioni e Province Autonome e delle Aziende Sanitarie Locali.
Lo scopo è quello di sorvegliare e descrivere nel tempo l’evoluzione dello stato nutrizionale dei bambini, osservando e raccogliendo dati relativi la corretta nutrizione e l’attività fisica in ambiente scolastico, per poi modulare suggerimenti di miglioramento in base ai dati raccolti.
Per ulteriori informazioni sul progetto, visitare il sito del Ministero della Salute.
Come prevenire l’obesità infantile e i suoi rischi
La prevenzione dell’obesità infantile deve cominciare nei primissimi mesi di vita, quando l’unico alimento è rappresentato dal latte. Numerosi studi hanno dimostrato che l’utilizzo di latte artificiale costituisce un fattore di rischio di iperalimentazione, nonché dell’obesità; pertanto è sempre consigliato l’utilizzo di latte materno e allattamento al seno, salvo diverse indicazioni mediche.
Quando al latte viene poi affiancata l’introduzione di altri alimenti, ovvero quando comincia la fase di divezzamento e svezzamento, è importante seguire sempre le indicazioni del pediatra per quantità, qualità, tipi di alimenti e schema dietetico; inoltre è fondamentale evitare condimenti come sale, zucchero e parmigiano almeno fino al compimento del primo anno di vita.
Nelle età successive, fase importantissima, è il coinvolgimento del bambino a tavola: bisogna mangiare tutti insieme, preferibilmente gli stessi alimenti, cercando di rispettare sempre un orario, ed assicurandosi che il pasto venga consumato in un clima sereno affinché il momento del pasto venga percepito dal bambino come un momento piacevole. Inoltre, durante i pasti, è assolutamente sconsigliato l’utilizzo della TV perché questa rappresenta un elemento di distrazione, il bambino si focalizza sulle immagini, sui suoni e non recepisce l’importanza dello stare a tavola e dell’alimentazione. Il momento del pasto deve essere un’occasione di educazione alla corretta alimentazione e alla socializzazione, l’integrazione e il dialogo con la famiglia e con gli amici.
È opportuno stabilire degli orari per tutti i pasti della giornata e rispettarli, in modo da evitare di mangiare più di quanto sia necessario; il numero dei pasti deve essere 5: colazione, pranzo, cena, spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio.
Vi sono alcuni atteggiamenti errati che spesso i genitori assumono, dando, inconsapevolmente, degli esempi educativi negativi; per esempio:
- non bisogna dare al bambino snack fuoripasto, soprattutto se confezionati. Spesso accade che molti genitori si lamentano che il bambino non mangia, che a tavola mostra poco appetito, allora cominciano a dargli qualsiasi cosa ogni qualvolta il bambino dice “ho fame”; in tal modo, però, se durante la giornata il bambino consuma tanti snack fuoripasto, quando siederà a tavola, comunque non avrà appetito e non consumerà gli alimenti sani. Inoltre, dobbiamo ricordare che questi snack sono prodotti altamente calorici e poco nutritivi, il che vuol dire che il bambino assimila grassi, non si sazia e avrà di nuovo fame; questo è un fattore di rischio per l’obesità.
- gran parte delle calorie che i bambini assumono, derivano dal cibo che viene consumato per noia. Spesso i bambini mangiano perché si annoiano e non perché hanno realmente fame; questo accade quando il cibo diventa un modo per riempire un vuoto durante la giornata, quando per esempio sono da soli a casa, o quando i genitori sono impegnati in altre attività casalinghe e il bambino si sente solo e non coinvolto, oppure, a volte, accade che il cibo diventa un diversivo per “tenere buono” il bambino. Molti genitori portano con se snack pratici da dare al bambino quando escono, per distrarlo e non subire le lamentele; questo atteggiamento è assolutamente sbagliato, sia da un punto di vista nutritivo, sia da un punto di vista psicologico. Il bambino deve sempre sentirsi coinvolto nelle attività e quando queste mancano è opportuno crearle per stimolarlo costantemente.
Oltre la corretta alimentazione e l’educazione all’alimentazione (giusti alimenti, giuste quantità, rispetto degli orari), elemento determinante per la prevenzione dell’obesità è anche l’attività fisica. L’attività fisica è importante per la crescita del bambino, rappresenta un elemento essenziale per lo sviluppo armonico del fisico e per lo sviluppo del tessuto muscolare, quello che noi definiamo anche come massa magra; la massa magra è fondamentale perché stimola il metabolismo e contribuisce al consumo delle calorie introdotte con l’alimentazione, pertanto è lo strumento che ci consente di tenere sotto controllo il peso.
Quando parliamo di attività fisica, non facciamo riferimento solo alla pratica sportiva, come l’iscrizione del bambino ad un corso in palestra, ma intendiamo l’abitudine all’attività fisica. Ciò vuol dire che il movimento deve far parte delle abitudini quotidiane di tutta la famiglia, rappresentando un’occasione per stare insieme e rafforzare il rapporto tra genitori e figli, e anche tra gli stessi fratelli. Pertanto, per attività fisica si intende semplice movimento: accompagnare il bambino a scuola a piedi o in bici; portare il bambino a giocare nel parco, in giardino o cortile; fare lunghe passeggiate e non spostarsi necessariamente sempre con automezzi; coinvolgere il bambino quando si devono fare delle commissioni e chiedergli aiuto nelle faccende domestiche di piccola portata, come imbandire la tavola, mettere a posto i giochi che ha utilizzato, coinvolgerlo anche nella preparazione dei pasti e/o dolci fatti in casa, per rendere più piacevole e stimolante il tempo trascorso in casa, in modo da evitare attività sedentarie e poco stimolanti come guardare la TV, giocare al computer e così via. Bisogna sempre cercare di creare un’occasione favorevole al movimento, alla stimolazione nell’imparare cose nuove divertendosi e stando insieme.
Se ci si rende conto che il bambino è in sovrappeso, per prevenire lo stato di obesità grave con annesse complicanze, basta semplicemente modificare lo stile di vita: corretta alimentazione, attività fisica, educazione ad una vita sana.
Semplici regole
- È caldamente consigliato l’utilizzo del latte materno;
- seguire le indicazioni del pediatra durante il divezzamento;
- educare il bambino ad una corretta alimentazione dando il buon esempio (alimentazione varia);
- educare il bambino a rispettare gli orari e il numero dei pasti;
- coinvolgerlo a tavola durante il consumo dei pasti;
- no snack fuori pasto, evitare i cibi da fastfood;
- attività fisica (sport, divertimento, gite, piccole commissioni ecc.).
Dunque, in maniera del tutto semplice, naturale e senza fare ricorso a particolari terapie, possiamo prevenire l’obesità infantile e le sue complicanze, salvaguardando la salute dei nostri figli e degli adulti che diverranno.