Francesca SalvatiL’istinto materno non si vede solo con l’accudire il proprio figliolo, ma anche nel saper percepire la maternità quando la si vede in giro. In questa foto è proposta l’immagine di 4 donne, tutte apparentemente normali, ma solo una di queste è incinta. Sapresti indovinare quale? Mettiti alla prova!
Dopo aver guardato attentamente questo disegno, se avete un buon intuito sicuramente avrete già capito chi è tra le donne ad avere in grembo un bambino. In caso contrario, ci sono dei dettagli da considerare che possono far capire di chi stiamo parlando. Si passa quindi ad analizzare caso per caso.
La donna numero 1 non è senz’altro quella incinta. Il motivo è semplice: ha i capelli tinti di un colore molto forte. Chi ha avuto un bambino o sta per averlo sa di per certo che tingersi i capelli in gravidanza non è consigliato, dato che vengono utilizzati prodotti chimici tendenzialmente nocivi.
Non è incinta nemmeno la donna numero 4. Questa volta il segreto è nel caffè: le donne incinte non possono bere caffè. Siamo quindi arrivati ad un 50% di possibilità rimanenti: sono rimaste fuori la donna numero 3 e la numero 2. Di fatto, anche qui l’indizio è abbastanza evidente e chi si è bene informata su cosa fare e cosa non fare in gravidanza di certo non avrà dubbi e saprà andare per esclusioni.
La donna incinta è senza dubbio la numero 2. Infatti, in questo disegno non c’è niente che la donna sta facendo che fa pensare a qualche controindicazione in periodo di gravidanza. Non ha i capelli tinti e non bene caffè, quindi possiamo affermare per esclusione che sia lei quella in dolce attesa. Ma perché la terza, invece, non è sicuramente incinta?
Ecco, la donna numero 3 indossa dei tacchi alti. Per la stabilità durante la gravidanza, come anche per l’aumento della pressione nella zona delle caviglie e dei piedi, è fortemente sconsigliato per una donna incinta indossare dei tacchi alti. Anche perché, se li mettesse, sarebbe costretta a toglierli poco dopo a causa del gonfiore sui piedi, quasi del tutto inevitabile.
