Come punire un adolescente che ha bullizzato i suoi compagni a scuola? Una famiglia ha deciso di dare una lezione al ragazzino, facendolo uscire di casa con un cartello sul quale c’era scritto: “Sono un bullo, suona il clacson se odi i bulli”. Il ragazzino ha così potuto toccare con mano cosa voglia dire essere odiati, esclusi, trattati male. Ma sarà il modo giusto per affrontare il bullismo?
Jacob Yager è un ragazzino di 13 anni che ha bullizzato i suoi compagni in classe e a scuola. Oggi siamo molto sensibili su un tema che non deve essere sottovalutato, perché le conseguenze per le vittime a volte sono davvero terribili. Anche i bulli devono essere aiutati a capire perché questi gesti, quelle parole, quelle azioni sono sbagliate, perché possono fare male e nessuno vorrebbe mai provarle sulla propria pelle. Michael, il padre del ragazzo di 13 anni, ha deciso di punirlo per fare in modo che capisse quanta sofferenza può provocare con questi atteggiamenti e quanti danni psicologici subiscono le persone esposte al ridicolo e umiliate di fronte ai coetanei, con insulti, rifiuti, anche veri e propri atti di violenza.
Oltre alle campagne di bullismo avviate dai governi e oltre a parlarne a scuola, anche i genitori a casa possono fare molto. Non sempre però hanno gli strumenti giusti per affrontare un tema tanto delicato quanto lo è quello del bullismo. Per punire il figlio, in effetti, ha voluto comportarsi proprio come avrebbe fatto un bullo, umiliando pubblicando il ragazzino.
La storia ci arriva dalla Florida, negli Stati Uniti d’America, dove Michael Yager, scoperto che il figlio maltrattava i suoi compagni di scuola, ha deciso di dargli una lezione. Ha deciso che doveva stare in piedi all’angolo della strada con un cartello appeso al collo che diceva:
Sono un bullo, suona il clacson se odi i bulli.
Il padre ha così commentato la sua decisione:
Ho pensato di dargli una lezione che lo mettesse in imbarazzo e lo facesse sentire come si sentono i bambini.
Sui social la sua punizione ha scatenato molte polemiche: in molti hanno criticato il gesto del padre, che però continua a dire che la sua decisione era corretta, visto che ha avuto una buona risposta dal quartiere e ne ha parlato anche con degli agenti di polizia di zona.
Il ragazzo si è sentito imbarazzato e un po’ nervoso. Ma avrà capito la lezione?