Il ciuccio non si tocca. E’ il tesoro più prezioso del tuo piccolino e fosse per lui non lo mollerebbe mai e poi mai.
“Ciucciare” è profondamente rilassante per i bambini piccoli, ma i genitori sono costantemente spinti da altri (o da quella vocina nella loro testa) a rompere l’abitudine viziosa.
Quando togliere ciuccio
Il momento più semplice per levare il ciuccio è a circa 6 o 7 mesi. È possibile ridurre l’uso del ciuccio da più volte al giorno a nulla, in meno di una settimana. Ci sono varie scuole di pensiero in proposito, chi dice che è un taglio drastico è la cosa migliore e chi afferma che invece toglierlo gradualmente è l’unico modo per fare il passaggio senza traumatizzare il bambino. Non c’è una risposta universale, ma in linea di massima i pediatri raccomandano di limitare o interrompere l’uso del ciuccio a circa 6 mesi per evitare il rischio di infezioni alle orecchie, specialmente se il bambino ha dimostrato una predisposizione naturale a questa patologia. Ma non esiste una regola unica. I ciucci possono essere infatti molto utili per alleviare lo stress in momenti particolari della loro vita come l’inizio dell’asilo o un viaggio in un nuovo posto.
Dopo 9 mesi, tuttavia, i bambini sviluppano un attaccamento emotivo per il loro ciuccio. Questo non significa che dovresti affrettarti a togliere il ciuccio al tuo piccolo, basta essere pronti a gestire proteste e difficoltà a sbarazzarsene.
Se tuo figlio è ancora riluttante a rinunciare alla sua coperta di sicurezza orale, non disperare: ci sono una miriade di trucchi per rendere un po’ più facile l’abbandono del ciuccio, sia per te che per il tuo bambino ormai grande.
A che età dovresti interrompere l’uso del ciuccio
La maggior parte dei bambini è emotivamente pronta a togliere il ciuccio entro 2-4 anni. Quindi, potresti voler iniziare a piantare il seme nella mente del tuo bimbo facendogli capire che il giorno di dirgli addio sta arrivando. Di tanto in tanto, potresti dire qualcosa del tipo: “Quando i bambini compiono 3 anni, la fata del ciuccio vola via con il vecchio ciuccio e porta in cambio tanti nuovi giocattoli! Mi chiedo cosa ti porterà!”
Se sei stanco di raccogliere il ciuccio da terra, il tuo bambino continua a buttarlo fuori dalla culla, o spesso ha infezioni alle orecchie, ecco tanti utili consigli su come procedere.
Ci vorrà tanta pazienza ogni giorno per aiutarlo a imparare a calmare le sue preoccupazioni senza succhiare.
- Incoraggialo ad usare altri antistress come un fazzoletto, un orsacchiotto o una delle tue sciarpe più morbide.
- Fai conversazioni fantasiose con i suoi animali di peluche su come è andato tutta la mattina senza il ciuccio.
- Racconta la fiabe di un coniglietto che ha salutato il suo ciuccio ma aveva un orsacchiotto magico che lo faceva sentire felice ogni volta che lo abbracciava.
- Limita l’uso del ciuccio a determinate situazioni come il momento di andare a dormire la sera o i momenti stressanti in cui è necessario calmarlo.
- Stabilisci un paio di momenti “senza ciuccio” durante il giorno. Inizia con 30 minuti, ad esempio dopo un pisolino è un buon momento. Ti consiglio di usare un timer in modo che tuo figlio non continui a chiedere di averlo. “Tesoro, so che vuoi il tuo ciuccio ma dobbiamo aspettare che squilli la sveglia e dirci che puoi averlo. Ricorda, questa è la regola! Puoi giocare con le tue macchine o sfogliare il nostro libro mentre aspettiamo che squilli la sveglia!”
- Non dire che stai dando il ciuccio a un altro bambino. Ciò può creare gelosia ogni volta che vede un bambino con un altro ciuccio!
- Decidete insieme quando darlo. Potresti scegliere un giorno speciale, come il suo compleanno.
- Assicurati che ci sia qualcosa per lui! Il tuo bambino si divertirà più facilmente a separarsi dal suo vecchio amico se ottiene qualcosa in cambio (come un grande giocattolo che potete andare a comprare insieme!).
- Metti adesivi divertenti attorno al giorno “ciao ciao ciuccio” sul calendario. Dagli una penna rossa per cancellare ogni giorno mentre fai il conto alla rovescia.
Ottimismo, mamma! Cerca di essere sempre positiva in questa nuova avventura.
I genitori hanno una lunga storia di racconti di piccole bugie bianche per alleviare le paure dei loro figli e fare ricordo ad un po’ di magia nella loro infanzia. Prepara il tuo bambino in anticipo per l’arrivo della Fata del Ciuccio e assicurati di lasciare un biglietto di ringraziamento quando tu (ops, intendiamo la Fatina) porterai via il ciuccio mentre il bambino dorme.
Alcuni bambini improvvisamente si rifiutano e decidono di non essere ancora pronti, tu non farlo sentire a disagio ma cerca di essere comprensiva e di supporto.
Proprio come qualsiasi altra dipendenza, la dipendenza di tuo figlio dal ciuccio può essere affrontata meglio togliendola un po’ alla volta. Ciò potrebbe rendere il processo più semplice, sia per te che per il tuo piccino, anche se ci vuole un po’ più di tempo rispetto ad altri metodi.
Togliere il ciuccio può richiedere tempo
Se senti la pressione di levare l’abitudine del ciuccio ma sai dentro di te che tuo figlio non è pronto, prenditi un momento in più. Nessuno vi corre dietro, quindi tranquillità e vedrai che ce la farete.
Alcuni bambini hanno un forte impulso genetico ad entrare in fissa con un oggetto rilassante come un ciuccio, un peluche o una copertina di Linus. Proprio per questo motivo togliere il ciuccio porta spesso a una maggiore suzione del pollice. Ricordati che i ciucci sono migliori dei pollici perché succhiare le dita può distorcere gravemente il palato e i denti, portando in seguito alla necessità di terapie e trattamenti medici costosi e noiosi.
Potrebbe essere utile fare dei tentativi per scoprire quale di questi metodi potrebbe funzionare per levare il ciuccio al tuo bambino.
Un ciuccio può essere fondamentale per i neo genitori. Appena lo inserite nella bocca del neonato, si fermano, come per magia, le sue urla e torna la pace nella casa.
Ma si sa, tutte le cose belle finiscono e quando il tuo neonato diventa bimbo e non riesce a fare a meno del ciuccio, forse è arrivato il momento per dirgli addio.
Ma questo è molto più facile a dirsi che a farsi e questo lo hanno scoperto, ahimè, molti genitori.