Ormai pubblicare autoscatti sui social network è diventato una moda, quasi una mania. È parte fondamentale della nostra stessa esistenza raccontare a tutti le nostre esperienze. Da quello che abbiamo mangiato a quello che abbiamo scoperto magari lavorando, senza dimenticare selfie accompagnati da frasi motivazionali che possono raccontare cosa vorremmo avere da quella giornata.
Attenzione, però, a non abusare dei selfie, perché esagerare con queste fotografie potrebbe indicare la presenza di un disturbo mentale. È quello che hanno scoperto gli esperti, che individuano nell’abitudine di farsi tanti selfie problemi di accettazione sociale. Ci facciamo queste foto per chiedere l’approvazione degli altri: più like abbiamo, più siamo felici.
Ci sarebbe una soglia di selfie sopra la quale dovremmo chiederci se forse soffriamo di qualcosa che non va nella nostra stessa. A rischio è la nostra stessa autostima. Quanti selfie ti fai al giorno? E quanti ne pubblichi online? Questi numeri potrebbero rivelare qualche piccolo grande disturbo a carico della mente, che hanno chiamato Selfitis: di cosa si tratta!
Troppi selfie indicano la presenza di una nuova malattia mentale
Un team di ricercatori della Nottingham Trent University e della Thiagarajar School of Management in India hanno deciso di studiare da vicino cosa succede nella psiche di chi si fa troppi selfie ogni giorno.
I ricercatori hanno condotto la studio in India: psicologi e ricercatori hanno cercato di capire cosa passa per la testa del maggior numero di utenti di Facebook. Lo sai che c’è stato nell’ultimo anno un record di decessi legati proprio ai selfie?
Lo studio è stato condotto su un campione di 200 partecipanti, che è stato valutato sull’autostima delle persone coinvolte e sulla relazione con i fattori che li hanno spinti a farsi selfie di continuo.
Selfitis, una nuova malattia legata all’autostima
Questa condizione indica una patologia per cui le persone si sentono obbligate a scattare foto di se stesse e pubblicarle di conseguenza sui social network.
Non è semplicemente farsi dei selfie, cosa che facciamo tutti quanti ogni giorno, chi più chi meno. Il problema è il sentimento che spinge a farli, voler condividere tutto con i propri contatti per avere approvazione e accettazione sociali.
Lo studio ha anche consentito l’uso della scala del comportamento dell’autismo (SIS) per misurare e valutare questa condizione, sottolineando quanto il problema sia oggi molto grave.
Basandosi sulla scala I, lo studio ha svelato che la malattia ha tre livelli di gravità: borderline, acuto e cronico.
Nel primo livello l’individuo scatta almeno tre selfie al giorno, ma non li pubblica sui social network.
Invece, nel secondo livello la persona pubblica le proprie foto su diversi social network, in attesa dell’accettazione da parte del pubblico.
A livello cronico, invece, troviamo perdita di controllo: le foto vengono pubblicate di continuo, arrivando anche a sei pubblicazioni quotidiane. Inoltre lo studio ha svelato che i pazienti con Selfitis erano caratterizzati da una serie di segni.
Le persone, in primo luogo, hanno poca fiducia di se e dipendono dall’accettazione del loro ambiente sociale.
E poi hanno il bisogno di sentirsi parte di un gruppo e per questo pubblicano foto in cerca di accettazione.
Senza dimenticare che tutti mirano ad attirare l’attenzione degli altri.
Secondo il dottor Mark Griffiths, professore di dipendenza comportamentale presso il Dipartimento di Psicologia, lo studio convalida il concetto di autostima.
E fornisce anche dati di grande interesse per futuri studi della psiche umana.
La cosa più importante che lo studio ha dimostrato è che le persone con questi sintomi sono malate e hanno assolutamente bisogno di aiuto.
Quella che potrebbe essere una moda passeggera, in realtà è un segnale di allarme da non sottovalutare.