Quando si parla di salute, la prevenzione è assolutamente fondamentale. Spesso gli esperti ci consigliano stili di vita e abitudini alimentari che possono aiutarci a prevenire tutta una serie di disturbi e di patologie. Mentre altre volte tutto questo non basta e abbiamo bisogno di un aiuto dalla scienza medica. I vaccini obbligatori in Italia, così come nel resto del mondo, servono proprio a prevenire malattie contagiose che potrebbero causare molti problemi alla popolazione. Non solo alle fasce più deboli dei pazienti, come vedremo in seguito.
In Italia la legge che disciplina le vaccinazioni è la Legge 31 luglio 2017, n° 119, conversione in legge con alcune modificazioni del Decreto legge del 7 giugno 2017, n° 73. Il testo affronta il tema della prevenzione vaccinale, elencando quali sono nel nostro paese tutte le vaccinazioni obbligatorie e gratuite offerte per i bambini e i ragazzi con età compresa tra gli 0 e i 16 anni. I vaccini sono utili per evitare la diffusione di alcune malattie infettive, che potrebbero comportare complicanze non indifferenti anche in soggetti sani, a seconda del decorso della patologia stessa.
Molte malattie in Italia e nel mondo sono state debellate proprio grazie alle vaccinazioni di massa che hanno consentito di rallentarne la diffusione, eradicando gli agenti patogeni quasi del tutto. Basti pensare alla poliomielite, una grave malattia infettiva del sistema nervoso centrale che può portare il paziente a diventare tetraplegico. Oppure il vaiolo, la cui campagna di vaccinazione ha permesso di dire addio al suo virus, il Variola, nel mondo alla fine degli anni Settanta. Anche la meningite, in realtà, appartiene alla categorie di patologie che i vaccini hanno aiutato a contrastare. In molti paesi del mondo, come nella stessa Europa e in Italia, i casi di malattia provocata da meningococco C e da meningococco B sono diminuiti sensibilmente.
Alberto Mantovani, patologo, immunologo, divulgatore scientifico e accademico italiano, direttore scientifico di Humanitas, spiega con poche parole perché i vaccini e le campagne di vaccinazione sono importanti:
Cinque vite salvate nel mondo ogni minuto, 7.200 ogni giorno, 25 milioni di morti evitati entro il 2020. I vaccini sono l’intervento medico a basso costo che più di tutti ha cambiato la nostra salute.
A cosa servono i vaccini
Le vaccinazioni sono uno strumento utile di prevenzione, per evitare che si possano diffondere malattie gravi o che possono avere conseguenze pesanti, talvolta anche mortali. Grazie alle vaccinazioni alcune malattie sono state debellate dopo molti anni, mentre in altri casi è diminuita in modo drastico l’incidenza di queste malattie sulla popolazione globale.
Il vaccino è una preparazione medica che spinge l’organismo a produrre anticorpi che proteggono il corpo, permettendo ai soggetti vaccinati di avere una resistenza specifica nei confronti di una malattia virale, batterica o protozoaria.
I vaccini servono per prevenire alcune malattie infettive. Le vaccinazioni sono introdotte all’interno di programmi di prevenzione di primaria di alcune patologie contagiose. Alcuni vaccini sono anche utilizzati come strategia di prevenzione secondaria, dal momento che sono impiegati dopo l’esposizione all’agente patogeno per evitare che la malattia possa manifestarsi in maniera ancora più grave.
I vaccini vengono somministrati ai pazienti che sono a rischio esposizione a un agente patogeno per evitare che si possa manifestare la malattia. O, nel secondo caso, dopo che la malattia ha colpito il paziente. Esistono anche vaccini utilizzati come forma di prevenzione nei confronti di alcuni tumori di origine infettiva, come le vaccinazioni anti-virus dell’epatite B e anti-papillomavirus, rispettivamente sfruttati contro il carcinoma epatico da cronicizzazione dei virus dell’epatite B e dei tumori del collo dell’utero e dell’ano.
All’interno dei vaccini è contenuta una parte piccolissima di agenti infettivi interi vivi e attenuati o inattivati o uccisi o anche componenti dei microrganismi, ma anche proteine sintetiche o antigeni polisaccaridici coniugati con proteine di supporto. Gli antigeni presenti all’interno consentono a questi medicinali di scatenare una risposta immunitaria nell’organismo. Attenzione, però, perché a differenza di quello che popolarmente si crede, i vaccini non scatenano la malattia, dal momento che gli antigeni contenuti al loro interno non sono presenti in maniera così sufficiente da causare la patologia stessa. Quella che si manifesta è solo la risposta immunitaria, per la produzione di anticorpi che andranno a proteggere il corpo.
Chi non può fare il vaccino
I vaccini sono sicuri. Per poter essere somministrati, sono sottoposti a controlli rigidi. E solitamente sono anche ben tollerati. Quando si parla di sicurezza, si sottintende che tutti i vaccini usati sono stati testati e sono stati approvati dalle più alte autorità in materia di sicurezza dei farmaci. Come ogni prodotto e ogni attività, nemmeno per le vaccinazioni si può dire che non esistano effetti collaterali. Ma in questo caso, si tratta di fastidi che si manifestano raramente e che sono di lieve entità (di solito febbre, dolore e arrossamento nel punto dell’iniezione, malessere generale).
In passato la disinformazione in tema medico, in particolare legata ai vaccini, ha portato a sospettare che le vaccinazioni potessero scatenare altre malattie nei bambini. Come la “bufala” del vaccino del morbillo che causa autismo. Smentita più volte, ma che ancora, purtroppo, tiene banco negli ambienti contrari alla vaccinazione. Il medico inglese Andrew Wakefield nel 1998 aveva pubblicato uno studio su The Lancet, poi ritirato, che gli è costato la radiazione dall’albo, per aver sostenuto che il vaccino trivalente poteva provocare autismo. Ricerche successive hanno smentito categoricamente questa correlazione. Come ricordato da Roberto Burioni:
Dire che i vaccini causano l’autismo è insomma una bugia, particolarmente schifosa perché genera in genitori già sfortunati e sofferenti il senso di colpa derivante dal pensare di avere causato, con la vaccinazione, questa malattia che secondo i bugiardi si sarebbe potuta evitare.
I vaccini sono sicuri e consigliati. Solo in rari casi non si possono fare
Le vaccinazioni non sono mai sconsigliate, dal momento che sono utili per proteggersi da alcune malattie infettive che potrebbero comportare complicanze pesanti per l’organismo. Esistono però dei casi, nella maggior parte temporanei, in cui la vaccinazione non si può eseguire ed è necessario rimandarla.
Tutte le persone in buona salute e senza problemi possono vaccinarsi. I vaccini sarebbero da evitare in caso di febbre o di un’altra infezione: si possono tranquillamente rimandare. Nel caso, invece, di pazienti immunodepressi non si possono somministrare vaccini con virus vivi attenuati, dal momento che, visto le loro condizioni di salute, potrebbero andare incontro a una serie di complicanze da non sottovalutare.
Come riportato dalle ultime linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, gli operatori sanitari devono valutare, con una serie di domande, le condizioni di salute dell’individuo, per procedere o meno con la vaccinazione. Il consiglio è quello di tenere in considerazione come è stato il bambino nei giorni precedenti della puntura. E poi riportare direttamente al centro vaccinale oppure al proprio medico pediatra, da contattare magari telefonicamente, se il piccolo ha avuto qualche problema di salute che possa rendere necessario il rinvio della vaccinazione stessa.
In questo modo sarete sicuri e tranquilli e affronterete la vaccinazione con più tranquillità.
Vaccini obbligatori, l’elenco
La storia delle vaccinazioni obbligatorie in Italia è davvero molto lunga. Un tempo erano quattro i vaccini considerati obbligatori: si è iniziato con l’antidifterica, per poi proseguire con l’antitetanica, l’antipoliomielitica e l’antiepatitevirale B. Esistevano anche altre vaccinazioni destinate all’età pediatrica, ma erano su base volontaria. Erano comunque vaccini gratuiti per prevenire malattie come il morbillo, la parotite, la rosolia, il pneumococco, il meningococco e molte altre.
Dagli anni Duemila in poi, per sensibilizzare maggiormente al ricorso delle vaccinazioni, si è cercato di trovare la strada giusta. Appellandosi al buon senso dei cittadini, per innalzare i livelli di copertura vaccinale e attivare la cosiddetta immunità di gregge, per proteggere anche chi, per problemi di salute o per età, non poteva ricorrere al vaccino. Purtroppo, però, le coperture nazionali hanno iniziato a scendere vertiginosamente, spingendo il Ministero della salute a correre ai ripari. Introducendo l’obbligatorietà con un calendario vaccinale ben preciso. Per chi non si sottopone a vaccino, le sanzioni sono diventate più pesanti rispetto al passato.
Come stabilito nel 2017, le vaccinazioni obbligatorie in Italia sono le seguenti:
- anti-poliomielitica
- anti-difterica
- anti-tetanica
- anti-epatite B
- anti-pertosse
- anti-Haemophilus influenzae tipo b
- anti-morbillo
- anti-rosolia
- anti-parotite
- anti-varicella
Alcune Regioni e alcune Province autonome, invece, propongono in maniera gratuita anche altri vaccini, che però non sono obbligatori, ma solo consigliati:
- anti-meningococcica B
- anti-meningococcica C
- anti-pneumococcica
- anti-rotavirus
Sono dunque 10 i vaccini obbligatori, ma non sono 10 le punture che i piccoli dovranno andare a fare, dal momento che in molti casi i vaccini sono disponibili in forma combinata. Alcune vaccinazioni sono proposte con un’unica iniezione, somministrando ai piccoli più antigeni contemporaneamente per combattere diverse malattie. In questo modo si può limitare il numero delle punture che i bambini dovranno affrontare. Sappiamo benissimo che spesso i nostri figli, soprattutto in tenera età, si spaventano di fronte a un camice bianco e in particolare a un ago. Il sistema, inoltre, migliora l’efficacia della risposta immunitaria nell’organismo.
Quali sono le combinazioni di vaccini che di solito vengono fatti insieme?
- esavalente (difterite-tetano-pertosse-epatite B-poliomielite-Haemophilus influenzae di tipo B)
- trivalente DTPa (difterite-tetano-pertosse)
- quadrivalente DTpaIPV (difterite-tetano-pertosse-polio)
- trivalente MPR (morbillo-parotite-rosolia)
- quadrivalente MPRV (morbillo-parotite-rosolia-varicella)
- meningococco quadrivalente (A-C-W-Y)
Il Calendario vaccinale
Tutte queste vaccinazioni sono gratuite e vengono incluse dal Servizio Sanitario in un calendario ben preciso. Per i bambini da zero a sei anni, ecco i vaccini da fare, a che età e con quante dosi:
- Anti-tetanica: obbligatoria per i nati dal 2001. Le 3 dosi iniziale sono obbligatorie nel primo anno di vita e il richiamo deve essere fatto a 6 anni
- Anti-morbillo: è obbligatoria per i nati dal 2001. La prima dose deve essere fatta nel secondo anno di vita del bambino e seconda, invece, a 6 anni
- Anti-difterica: obbligatoria per i bimbi nati dal 2001. Le prime tre dosi vanno fatte nel primo anno del bambino e c’è un richiamo a 6 anni
- Anti-parotite: è obbligatoria per i bambini nati dal 2001. Una prima dose va fatta nel secondo anno di vita e la seconda dose deve essere fatta a 6 anni
- Anti-Haemophilus influenzae di tipo B: obbligatoria per i nati dal 2001. 3 dosi vanno iniettate nel primo anno di vita
- Anti-poliomielite: obbligatoria per i bambini nati dal 2001. Le prime 3 dosi devono essere fatte nel primo anno di vita e c’è un richiamo a 6 anni
- Anti-rosolia: è obbligatoria per i bimbi nati dal 2001. C’è una prima dose da fare nel secondo anno di vita. La seconda dose di vaccino, invece, va fatta a 6 anni
- Anti-varicella: è obbligatoria per i nati dal 2017. La prima dose va fatta nel secondo anno di vita del bambino e la seconda dose deve essere fatta a 6 anni
- Anti-epatite virale B: obbligatoria per i nati dal 2001 con 3 dosi da fare entro il primo anno di vita
- Anti-pertosse: obbligatoria per i piccoli nati dal 2001 con le prime 3 dosi da fare nel loro primo anno di vita e con un richiamo da fare a 6 anni
- Anti-meningococcica di tipo C: consigliata per i bimbi nati dal 2012 e prevede una sola dose da fare nel secondo anno di vita
- Anti-rotavirus: è consigliata per i nati dal 2017 e prevede 2 o 3 dosi da inoculare nel primo anno di vita
- Anti-meningococcica di tipo B: è consigliata per i nati dal 2017 e prevede 3 o 4 dosi da fare nel primo anno di vita
- Anti-pneumococcica: consigliata per i bambini nati dal 2012 e comprende 3 dosi da iniettare nel primo anno di vita
Ma le vaccinazioni non finiscono a 6 anni. Durante il periodo dell’adolescenza i ragazzi e le ragazze sono chiamati a proteggersi anche da altre malattie:
- Vaccinazione Anti-meningococcica tetravalente ACWY135, una dose da fare su consiglio del medico
- Vaccino Anti-HPV sia per le ragazze che per i ragazzi. Ci sono 2 dosi da fare nel corso del dodicesimo anno di vita
- Richiamo Anti-difterica che è obbligatorio per i bimbi nati dal 2001
- Richiamo Anti-pertosse considerato obbligatorio per i bimbi nati dal 2001
- Richiamo Anti-tetanica che è obbligatorio per i nati dal 2001
- Richiamo Anti-poliomielite reso obbligatorio per i bambini nati dal 2001
E se i bambini hanno già fatto la malattia per cui è previsto un vaccino obbligatorio? Si può richiedere la somministrazione di vaccini in formulazione monocomponente o combinata che non hanno al loro interno l’antigene della patologia stessa, anche se talvolta potrebbero non essere disponibili o potrebbero non essere stati acquistati dalle Regioni, anche perché di solito costano di più.
Vaccino antinfluenzale per i bambini
E per quello che riguarda il vaccino contro l’influenza? In molti paesi del mondo è offerto in maniera gratuita a tutti i bambini. In Italia non è mai stata ideata una campagna vaccinale in tal senso, fino all’arrivo della pandemia di Covid-19. Per la stagione influenzale 2020-2021, infatti, il Ministero della salute ha raccomandato a tutti di vaccinarsi contro l’influenza, garantendo dosi gratuite per i bambini dai 6 mesi ai 6 anni.
La vaccinazione può essere fatta nell’ambulatorio del medico pediatra del proprio bambino, in tutte quelle regioni che distribuiscono le dosi proprio ai pediatri di libera scelta. In altri casi, invece, le regioni devono ancora deliberare in tal senso. I genitori possono però andare in farmacia e prendere il vaccino antinfluenzale per i propri bambini.
Cosa accade se non si ricorre ai vaccini obbligatori per i bambini?
Dal 2017, con la nuova legge sull’obbligo dei vaccini in Italia da 0 a 16 anni, sono state introdotte delle sanzioni più pesanti per chi decide di non vaccinare i propri figli. Per le famiglie dei bambini che non hanno eseguito le vaccinazioni previste dal Ministero della salute, è prevista una multa che può andare da 100 a 500 euro. Per i bambini con meno di 6 anni vige anche il divieto di ingresso in asili nido e scuole dell’infanzia, fino a quando non saranno in regola con le vaccinazioni mancanti.
Per i bambini e i ragazzi che frequentano, invece, la scuola dell’obbligo e, quindi, sono iscritti alla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo grado e ai primi due anni della scuola secondaria di secondo grado, il divieto di accesso alla scuola non è previsto, per garantire il diritto allo studio di ogni piccolo cittadino. Le Asl, però, si mettono costantemente in contatto con le famiglie non in regola per poter comprendere le motivazioni della mancata vaccinazione. Nel caso di validi motivi di salute documentati da certificati medici, di solito si procede con l’inserimento degli alunni in classi in cui non sono presenti compagni non vaccinati. In tutti gli altri casi esiste una procedura che andrebbe seguita per comprendere i motivi e possibilmente risolvere la questione.
- Per prima cosa l’Asl convoca i genitori inviando un invito scritto alla vaccinazione: una mossa che rientra all’interno di un progetto di campagna informativa per spiegare i benefici della vaccinazione e per fugare ogni dubbio in merito a effetti collaterali e controindicazioni.
- Se i genitori non danno risposta, l’Asl deve procedere a una nuova convocazione tramite raccomandata, in cui si invitato la mamma e il papà a un colloquio per parlare delle motivazioni che li hanno spinti a ignorare l’invito a vaccinarsi. Anche insieme al pediatra o al medico di famiglia, si potranno nuovamente dare informazioni in merito all’importanza della pratica vaccinale e ai rischi che si corrono se non si eseguono i vaccini.
- E se i genitori non vanno a colloquio o comunque non aderiscono al progetto di vaccinazione? L’Asl non può far altro che contestare formalmente l’inadempimento all’obbligo vaccinale.
Quando i vaccini per la polio e il morbillo furono disponibili, i genitori si misero in fila per assicurarsi che i propri figli fossero protetti. Avevano vissuto in un mondo in cui le malattie infettive avevano distrutto il futuro dei bambini e volevano disperatamente lasciarsi quel mondo alle spalle. Questi vaccini funzionarono così bene che la memoria che noi abbiamo di queste malattie è svanita e l’importanza della vaccinazione è diventata meno ovvia.
(Elizabeth Warren)