Il problema casa è sentito in tutto il mondo. Anche in Italia spesso sentiamo di richieste assurde, soprattutto nelle grandi città, per case in affitto squallide e ai limiti della decenza, messe in affitto a prezzi esorbitanti. Questa storia, invece, ci arriva dalla Grande Mela. E ci mostra com’è vivere in un appartamento a New York delle dimensioni di una cabina armadio. E per di più non da soli, ma con un cane.
Vivere in una grande città come New York non è facile, visto che il costo della vita è molto alto. A incidere pesantemente sono i prezzi delle case in affetto. A partire dallo scorso mese di settembre, infatti, un affitto medio per un monolocale si aggirava intorno ai 4mila dollari, con un aumento del 27% circa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Molte persone, pur di continuare a vivere in una città dalle tante opportunità, fanno tanti sacrifici. Quindi, non solo sborsano cifre impressionanti per affittare casa, ma si adattano a vivere in appartamenti minuscoli nei quali a malapena riescono a starci da soli, magari anche con un animale domestico, ma che si deve abituare alle “ristrettezze” viste le dimensioni di certe case.
Caleb Simpson è un tiktoker che va in giro per le strade di New York fermando perfetti sconosciuti per chiedere informazioni su quanto pagano di affitto e se lui può fare un tour delle loro case. Un giorno ha incontrato Alaina Randazzo, una giovane donna del Missouri, che vive in uno degli appartamenti più piccoli di New York con il suo cane. Ha le stesse dimensioni di una cabina armadio!
Dove Carrie Bradshaw sistemava con cura scarpe, borsette e abiti e dove Chiara Ferragni sarebbe impegnata a fare dirette sulla sua invidiabile collezione di vestiti e accessori, Alaina Randazzo vive. Non da sola, ma con il suo inseparabile cane, che ormai si è rassegnato a quegli spazi microscopici.
La ragazza ha raccontato di stare bene nella sua casa in miniatura, anche perché per averla paga “solo” 650 dollari al mese: l’appartamento non è più grandi di 80×150 e si trova a Midtown Manhattan. La sua casa ha un piccolo spazio abitativo e un soppalco dove c’è un materasso per dormire. L’unica stanza di cui si compone la casa non ha finestre, ma solo un lucernario.
Varcata la porta di ingresso, ecco la cucina (un piano cottura e degli scaffali), con lavandino e mini frigorifero. Ha anche un piccolo armadio, dove conserva trucchi e snack. Da un lato c’è un televisore e di fronte un piccolo divano che diventa anche un letto. Sotto le scale che portano al soppalco con il materasso c’è anche un armadio dove mette le giacche. I vestiti, invece, sono appesi al muro.
Quando Caleb prova il materasso, si rende però conto che dormirci è impossibile: il soffitto è troppo basso. E il bagno, vi chiederete voi? Beh, quello è in comune con i vicini: ogni mattina va in vestaglia a lavarsi nel corridoio.
E in Italia? Beh, storie di questo tipo se ne leggono tutti i giorni, soprattutto in grandi città come Milano, Roma e Bologna. Come si può chiamare casa e affittarla magari a prezzi esorbitanti quando non ci si può nemmeno girare un attimo?