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Si possono mangiare le vongole in gravidanza

Siamo delle patite dei frutti di mare e non riusciamo proprio a farne a meno? Siamo anche incinte e non sappiamo quale sia l’alimentazione più giusta per noi? Ad esempio, sapremmo rispondere a questa domanda: si possono mangiare le vengono in gravidanza? Se siamo incerte sulla questione, ecco qualche risposta che fa proprio al caso nostro.

C’è da sottolineare che durante il periodo della gravidanza, com’è in realtà ben noto a tutti, non è soltanto il fisico a cambiare aspetto, l’umore a subire sbalzi difficilmente gestibili, il carattere a prendere una forma diversa da solito.

Ciò che muta inevitabilmente sono anche le abitudini quotidiane di ogni singola donna. È normale, allora, porsi delle domande riguardo l’alimentazione più consona che possa aiutare mamma e bambino a stare meglio.

Se siamo delle patite degli spaghetti alle vongole, è il caso di chiederci: sono adatti alla nostra dieta? Fanno bene al feto oppure è meglio evitare di ingerirli per non creare danni al bambino? Vediamo qualche utile informazione a riguardo.

L’alimentazione, non solo in gravidanza ma durante ogni singolo momento della vita, è la cosa essenziale che permette di sentirci sani e in salute. Essa dovrebbe essere sempre equilibrata, rispettare gli standard e avere la possibilità di nutrirci al meglio.

Quali sono gli alimenti consigliati durante una gravidanza? È molto probabile che ci venga consigliata una dieta che contenga tutto ciò: carboidrati in giusta quantità (senza mai esagerare), carne (rigorosamente bianca), pesce (sempre fresco e di ottima qualità) e, per finire ma non perché meno importanti, una bella valanga di frutta e verdura.

E le vongole? In che categoria si possono inserire? Sono adatte all’alimentazione di una donna incinta? Ebbene, vediamo tutte le qualità di cui godono le vongole, per poi capire se davvero fanno bene ad una donna incinta!

Essendo ricche di potassio e di calcio, è anche utile inserirle nella nostra dieta normale. Inoltre, veicolano una grande quantità energetica, che sicuramente è di vitale importanza per un corpo appesantito come quello di una donna incinta. Altro importante elemento contenuto nelle vongole è lo iodio, utile per far lavorare correttamente la tiroide. Contenendo vitamina B12 e vitamina D, contribuiscono perfettamente allo sviluppo del feto e anche alla composizione del suo scheletro.

Quali sono le tipologie di vongole più ricercate e soprattutto più consone ad una gravidanza? In Italia, almeno, abbiamo una vastissima scelta di tale alimento, ma le varietà che sembrano preferibili sono la vongola adriatica, verace e filippina.

Il punto essenziale della questione, però, è un altro: le vongole, in natura, svolgono un preciso compito nel mare: fanno da filtro. Cosa significa questo? Che tendono ad accogliere tutti quegli elementi non graditi o tutti gli eventuali scarti presenti nell’acqua marina. E se tutto questo finisse nell’organismo della mamma e del bimbo in formazione? La domanda rimane ancora forte: si possono mangiare le vongole in gravidanza?

Gravidanza e alimentazione: brevi cenni

Il gruppo dei bivalvi è la categoria della famiglia dei molluschi marini che comprende le cozze e le vongole. Il valore nutrizionale è molto alto: hanno una grande fonte proteica (10-15% di proteine ad alto valore biologico), un apporto calorico limitato e una bassa concentrazione di grassi (2-3%).

Dunque, di certo non sono alimenti che vanno a intaccare il peso: questo potrebbe essere un ottimo fattore per le mamme col pancione! Dato che il peso deve essere sempre tenuto sotto controllo, esse sarebbero di certo l’ideale. Prendiamo un esempio banale: 1 hg di cozze sgusciate ha un apporto calorico di circa 80 kcal: ottimo!

Altro importante elemento di cui sono ricche: i sali minerali. Ecco cosa possono offrire a chi le mangia: calcio, fosforo, magnesio, zinco e soprattutto molto iodio! Dunque, tutto ciò può essere davvero rilevante per una qualsiasi alimentazione che invece, solitamente, ne è carente. Inoltre, le vongole sono ricche di ferro, addirittura più di una delle carni che per eccellenza lo contengono, quali quelle di cavallo. Trovato un altro punto a favore: le donne incinte spesso sono anemiche, dunque le vongole potrebbero essere una buona soluzione.

Si può realmente parlare di anemia? In realtà, il discorso da fare è un po’ diverso. La storia è molto più dolce e naturale: il corpo della mamma riesce a regalare autonomamente il ferro alimentare, dunque quello migliore, più forte e sano al corpo del bimbo crescita, lasciando per sé stesso quello meno “buono”. Dunque, spesso alle donne incinte si consiglia una dose di integratori atti all’assunzione delle giuste quantità e qualità di ferro.

Il problema delle vongole (che è lo stesso delle cozze) però può essere davvero grande: chi ci dice che le acque da cui provengono non siano inquinate? Facendo da filtro per l’acqua marina, le cozze e le vongole potrebbero portarsi dietro una quantità di scorie, batteri etc che sicuramente non sono troppo utili a nessuno dei due corpi, né della mamma, né del bambino.

Allora: si possono mangiare le vongole in gravidanza? Sì, ma ad una sola ed esclusiva condizione: la certezza della provenienza! Poi, altro fattore di cui preoccuparsi, ovviamente, è la cottura: lunga e curata, le vongole vanno praticamente bollite per molto tempo e selezionate attentamente.

Frutti di mare in gravidanza? Fare attenzione

I molluschi in generale si possono mangiare durante una gravidanza? Si dice che siano poco digeribili, ma questo è anche un aspetto molto soggettivo. Ma c’è una cosa che può esse generalizzata: sono ricchi di tessuto connettivo. E questo, solitamente, non si manda giù nel migliore dei modi.

Oltre a ciò, sia le cozza sia le vongole hanno un alto livello di colesterolo, ancora più alto di quello della carne. Sembrerebbe però che nemmeno questo impedisca alle vongole di far parte della dieta di una donna incinta. Prendiamo ancora un esempio pratico e maggiormente esplicativo: si contano 121 mg di colesterolo per 1 hg di cozze; 108 mg su una coscia di tacchino cotta a puntino e priva di pelle.L’unica condizione che potrebbe eliminarle ed evitare che siano prescritte nella dieta di una donna incinta è una situazione di colestasi, ovvero la tendenza del colesterolo ad aumentare.

Come abbiamo già detto più volte, la loro funzione di filtro si fa sentire moltissimo: colpisce a segno anche in questo caso! Non avendo un apparato digerente, riescono a rimanere impregnate di acqua, dalla quale prendono sostentamento. Per sopravvivere, spesso assorbono e rigettano l’acqua del mare, permettendo così ad ogni sostanza di invadere il loro “corpo”.  Chi ci dà la certezza che quello che rimane attaccato sulle vongole non sia nocivo per il piccolo o per la mamma?

Quanta acqua potrà mai filtrare una cozza durante un periodo di tempo di 60 minuti? Circa 5 lt. Proviamo per un momento a pensare quante sostanze poco raccomandabili potrebbero fermarsi sulle vongole nel solo tempo di un’ora. E in una giornata? E in più giorni? Chissà poi quando le andiamo a mangiare noi, quello che nascondono!

Effettivamente, però, la famiglia dei bivalvi vive così. Il metodo che utilizzano tutti i molluschi che fanno parte di tale categoria per nutrirsi è proprio questo: assorbire ed espellere acqua. Soprattutto quelli che vivono sempre sullo stesso scoglio o nello stesso punto del mare sono più a rischio che mai: non essendoci troppo ricambio di acqua, le tossine si accumulano e non hanno mai la possibilità di sparire, o quasi.

Ecco allora che ci si ricollega ad un aspetto fondamentale: dove prendiamo le vongole? Da dove provengono? Può succedere, infatti, che particolari maree o correnti trasportino i molluschi da un posto all’altro. La loro vita, sana o “malata”, dipende tantissimo dal tipo di acqua con cui vengono a contatto. Magari alcune zone del mare sono più salubri di altre (o viceversa): è quindi essenziale assicurarsi sempre del luogo da cui esse vengono pescate. L’alimentazione di una donna in gravidanza è ancora più importante di quella di una persona in condizioni normali.

Mangiare cozze e vongole in gravidanza: sì o no?

Insomma, primo step essenziale per scegliere le cozze o le vongole è questo: la provenienza e la data. Essendo dei cibi che “vanno a male” molto rapidamente, è importantissimo, sempre ma soprattutto in gravidanza, considerare tutti questi aspetti.

Qualche consiglio su come assicurarci di tutto ciò? Partiamo dalla conchiglia: questa deve essere lucente, brillante e dal colore sgargiante: l’animale è vivo e sta bene. Non appena la vongola lascia l’acqua, le valve devono essere chiuse perfettamente.

Altro aspetto indicativo: deve sapere di mare! Abbiamo presente quel famoso “odore di mare” che ci torna nel naso ogni qualvolta pensiamo all’immensa distesa azzurra? Ebbene, ecco che i molluschi devono assolutamente farci ricordare quella sensazione nel naso.

Accertati di questi piccoli dettagli, ora possiamo procedere all’acquisto: le vongole di buona qualità devono essere accuratamente pulite sulla superficie esterna. Molto spesso, anche il guscio viene “cotto” insieme a tutto il resto.

Come avviene una buona pulitura? Non devono più essere percepiti fanghiglia, sabbia o simili e vanno assolutamente rimosse eventuali sporcizie annidate sul guscio: tutto questo, ovviamente, prima della cottura.

L’acqua deve scorrere, scorrere e scorrere prima di rendere una vongola (o una cozza) pulita a dovere. Dopo un primo lavaggio, se notiamo che qualcosa ancora non va, possiamo provare a togliere di nuovo ciò che viene considerato “in più”, per poi risciacquare il tutto una seconda volta. È un processo lungo e meticoloso, ma necessario. Se si dovesse aprire qualche guscio durante il primo o il secondo lavaggio in acqua, è bene buttare la vongola: evidentemente non era del tutto fresca.

Qual è la cottura perfetta di cozze o vongole per una donna incinta? Almeno 15 minuti! Forse può sembrare un tempo eccessivo, visto che spesso si cucinano in modo molto più rapido. Ma ricordiamoci che, quando siamo incinte, non siamo sole: dobbiamo preservare due vite! Cuocere in acqua bollente significa purificare! Ecco dunque che tutte le sostanze eventualmente tossiche o poco digeribili vengono eliminate: la “disinfestazione” è quello che ci vuole!

Adesso arriva la seconda selezione: se dopo i 15 minuti di acqua bollente c’è ancora qualche guscio chiuso, buttiamolo immediatamente! È chiaro che la freschezza di quella specifica vongola non era delle migliori. In gravidanza, altro consiglio: evitiamo di condire le cozze o le vongole con il limone! Comunemente si pensa che esso possa sanificare…in realtà, non è proprio così! Anzi: il contrario! Dunque, fra scelta e preparazione, dobbiamo fare davvero molta attenzione ai molluschi, soprattutto se siamo incinte.

La legge a volte è dalla nostra parte: c’è una legislazione che va a certificare l’origine e la provenienza dei cibi, grazie ad un documento, il Certificato di Origine, che ci dà informazioni sui luoghi di purificazione, di raccolta nel mare e di confezionamento.

Nel nostro paese, possiamo trovare moltissimi allevamenti di cozze e vongole, dunque abbiamo una certezza abbastanza solida che non dovrebbero esserci problemi. In base alle leggi vigenti in ogni paese, è stabilito se è possibile allevate vongole, raccogliere in determinate zone del mare o depurarle da eventuali scorie.